ILTEMPO (T.CARMELLINI)- Quattro anni ad aspettarla, sognarla e soffrire vedendo gli altri andare avanti e l'Italia tornare sempre più indietro. Poi il rientro in Champions League di questa nuova Roma che diventa (come annunciato da qualcuno) la vera mina vagante del torneo, crea scompiglio nelle classifiche, nei pronostici e nelle aspettative di chi l'aveva data per spacciata prima ancora di iniziare questo girone di ferro. Invece dall'esordio europeo all'Olimpico arriva non solo un risultato netto, ma anche una segnale per le due big del Gruppo E Bayern Monaco e Manchester City che dovranno fare i conti anche con la Roma di Garcia. Insomma, fatta la tara dell'incomprensibile valore del Cska Mosca, al momento incontrare questa Roma non sarà una cosa semplice per nessuno: big comprese.
PARTERRE D'ECCEZIONE
Così davanti a una tribuna vip farcita di citti ed ex di lusso (il ct azzurro Conte, quello della Russia Capello e della Grecia Claudio Ranieri: due ex speciali, così come Luciano Spalletti che tra la Capitale e San Pietroburgo ha passato gli ultimi anni della sua carriera), la Roma di Garcia ha letteralmente tritato il Cska Mosca che proprio a Capello fornisce molti dei titolari della nazionale. Un successo così netto, con una superiorità in campo a tratti imbarazzante, che lascia attoniti anche sulla valutazione della partita: la Roma è davvero così forte o il Cska troppo scarso per giocare competizioni di questo tipo? La prova del nove il 30 settembre quando Garcia &Co. andranno a far visita al Manchester City.
AVVIO AL FULMICOTONE
Sta di fatto che quando vai in vantaggio dopo sei minuti e raddoppi dopo altri quattro, arrivando da tutte le parti e annientando la difesa avversaria, la strada è tutta in discesa. Iturbe e Gervinho vanno a un'altra velocità, si trovano in campo come giocassero da sempre insieme e spalancano la serata di gloria dei giallorossi. Apre l'argentino servito dall'ivoriano che verrà ripagato subito dopo dal giovane compagno: il tutto grazie anche alla regia «occulta» di un Totti formato Champions. Il Capitano, osannato dal suo popolo, pennella poi il lancio sui piedi di Gervinho in occasione del quarto gol: bellissimo anche questo. Già, il quarto, perché poco prima ci aveva pensato addirittura Maicon a mettere il suo sigillo sulla gara con la complicità di un Akinfeev non perfetto.
È ROMA SHOW
Nel delirio collettivo ispirato da un successo così netto, molte le valutazioni da fare. Sul gioco di questa squadra che ha una fisionomia così ben definita da riuscire ad esportare questo calcio anche oltre confine. Si era detto che la Roma era la più europea delle squadre italiane e questo successo lo conferma appieno con tre esordienti in Champions e con le assenze pesanti di Strootman e De Rossi. Ma il gruppo di Garcia ha abituato molto bene i suoi tifosi dimostrando di non soffrire i cambi come in passato. Keita molto bene in cabina di regia (non ha sbagliato un passaggio), così come perfetto il centrale che aveva l'arduo compito di far dimenticare la partenza di Benatia: il greco Manolas osservato speciale di Ranieri i tribuna.
I NEI DELLA SERATA
Il bilancio sarebbe stato quello di una serata perfetta (ripresa-allenamento con quinto gol di Florenzi, rete della bandiera di Musa e gol fantasma di Milanov), se non fosse stato per i due infortuni di Iturbe e Astori, uscito nel finale per un colpo al ginocchio destro. Entrambi da valutare in vista del Cagliari. Ma la cosa peggiore è che, ancora una volta a una grande serata di sport, sono stati associati episodi di violenza: due tifosi russi accoltellati nel pre-gara con la tifoseria ospite che ha dato sugli spalti il peggio di sé (hanno tirato di tutto e picchiato gli steward) costringendo la polizia a fare irruzione sugli spalti. Ennesimo esempio di come la mamma dei cretini sia sempre incinta: purtroppo.