IL TEMPO (A. AUSTINI) - Garcia ha spento la musica. La squadra, senza volerlo, si è adeguata nel modo sbagliato al suo input. La Roma sconfitta dall’Inter e rimproverata dal tecnico esce dalla tournée americana con qualche certezza in meno rispetto a quelle trasmesse dalle vittorie di prestigio con Liverpool e Real Madrid e dal ko immeritato con il Manchester United. Non è detto che sia un male. Anzi. Perdere durante l’estate, spesso, aiuta a vincere quando si fa sul serio. E l’armata di Garcia ha le carte in regola per riuscirci. A quattro settimane dal via la bilancia pende decisamente dal lato positivo, senza però aver svuotato il piatto delle negatività. Nella seconda Roma con l’accento francese funzionano parecchie cose. La possibilità di scelta, innanzitutto: Rudi ha due opzioni per ogni ruolo, in qualche caso tre. Il centrocampo sembra il reparto più completo, dove i muscoli, l’esperienza e le capacità tattiche di De Rossi, Nainggolan e Keita si miscelano alla perfezione con la qualità di Pjanic, Uçan e Paredes. Un blocco completo di per sé che consente a Strootman di recuperare con calma: tra un mesetto circa potrà iniziare ad allenarsi con una certa intensità, ma il rientro a pianta stabile nel gruppo è previsto tra fine ottobre e inizio novembre.
La difesa, aspettando i possibili sussulti finali del mercato, è altrettanto completa. Almeno numericamente. A destra il titolare rimane Maicon, che la Roma aspetta motivato a mille nonostante la debacle mondiale. Torosidis è l’alternativa sempre affidabile, mentre a sinistra Cole parte davanti a Emanuelson, con Romagnoli possibile terza opzione. Al centro, sulla carta, i titolari sono Benatia e Castan ma giocando ogni tre giorni sin da settembre lo spazio per Astori sarà molto.
Otto i giocatori in attacco, dove il talento non manca di certo. Garcia vuole mettere il genio di Totti a servizio di due ali imprendibili come Gervinho e Iturbe. La forma smagliante del capitano è, come al solito, uno degli spunti per ripartire con grande fiducia. È chiaro che Totti avrà bisogno di una gestione intelligente, ecco perché Destro avrà le sue chance. Così come Ljajic (se resterà) e Florenzi, mentre Borriello è al momento un accessorio di lusso e Sanabria una possibile carta a sorpresa.
L’entusiasmo è la base di una Roma che punta al massimo. Ma il messaggio di prudenza lanciato da Garcia, poi ripreso da De Rossi e De Sanctis, sposa alla perfezione il pensiero della società: la squadra dovrà sudare come l’anno scorso per ambire al titolo. Con l’aggravante della pressione, perché quest’anno tutti aspettano al varco i giallorossi. A maggior ragione vanno risolti in fretta i (pochi) nodi emersi negli Stati Uniti. La condizione atletica non è ottimale e non potrebbe essere altrimenti. La Roma è stata tra le ultime della serie A a ripartire e i continui spostamenti americani non hanno consentito di svolgere una preparazione ottimale. Fondamentale da questo punto di vista la settimana di lavoro programmata in Austria. Iturbe è l’esempio del problema: ha il motore ancora fuori giri e senza benzina non può neppure avvicinarsi ai suoi standard che lo hanno reso, finora, il colpo dell’estate.
Allargando il discorso all’intero attacco, i numeri delle prime amichevoli evidenziano un attacco un po’ sterile. Destro, Ljajic e lo stesso Iturbe non sono mai entrati nel tabellino marcatori. Questione di mira, che si può sempre correggere. Ma anche di fiducia nel caso del giovane bomber marchigiano, uno abituato suo malgrado a vivere in perenne discussione. C’è poi il capitolo infortuni. Detto di Strootman, è quasi pronto De Sanctis ma andrà verificata la sua condizione mentre a Philadelphia si è fermato Castan. Un’infermeria così affollata in estate non è un bel segnale.