IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - «Sono il capobranco dei lupi», ha annunciato, sorridendo, Rudi Garcia ieri in un incontro con gli studenti del Campus Bio Medico. Il francese, forte della stima (leggi prolungamento/adeguamento del contratto fino al 2017) che gli ha confermato James Pallotta prima di ripartire (ieri) per gli Usa, è sempre più al centro della Roma. Se il ds Walter Sabatini è il braccio del mercato giallorosso, Rudi ne è la mente, e questo non deve suonare come una diminuzio per il dirigente: i due vanno d’amore e d’accordo, l’idea dell’uno viene vagliata con l’altro e viceversa. Rudi sa (e non fa fatica a urlarlo) che la Roma per poter essere competitiva nella prossima stagione sia in Italia che in Europa ha bisogno di innesti di qualità; Sabatini – che gode della massima fiducia del presidente – la pensa allo stesso modo: lecito, dunque, aspettarsi colpi di mercato all’altezza delle ambizioni di tecnico e società. E tifosi, ovviamente. Giocatori che non pesino troppo sui bilanci della società (occhio al fair play finanziario) ma che siano pesantissimi sul piano del rendimento. Non facile. Ma neppure impossibile.
BASSI E ALTI - Così come non dovrebbe essere impossibile resistere alle lusinghe che arrivano da mezza Europa per Benatia, nel mirino di entrambe le squadre di Manchester e del Bayern Monaco, e per Strootman, obiettivo soprattutto dello United. Benatia bussa a denari, vuole ridiscutere il suo contratto avendo in mano una promessa del City di 2,7 netti a stagione, Sabatini è disposto ad andargli incontro ma non vuole svenarsi visto che Mehdi è legato alla Roma fino al 2018. A proposito: dall’Inghilterra circola l’indiscrezione di un assegno da 30 milioni del City per il cartellino di Benatia. Si cercano esterni mancini, ad esempio. Bassi e alti. Per la difesa, visti i problemi di Balzaretti e aspettando la crescita di Dodò, circolano nomi più o meno intriganti, il francese Evra in scadenza con il Manchester United, o Filipe Luis dell’Atletico Madrid (passaporto italiano). E tra gli obiettivi di Garcia, c’è sicuramente anche un attaccante mancino visto che l’esperimento Michel Bastos («Cercavo un attaccante esterno mancino polivalente», il virgolettato di Rudi lo scorso 18 gennaio) non è andato a buon fine. Ecco perché, non a caso, circolano quotidianamente i nomi di punte mancine per la Roma che verrà. Tipo Iturbe, che tanto piace a Sabatini (che da tempo – e l’ha fatto anche due giorni fa – si è mosso con il Verona); tipo Cerci, altro nome graditissimo a Trigoria; tipo Hernandez, che Sabatini, ex Palermo, conosce alla perfezione. Circola (e parecchio) anche il nome di Aubameyang, pallino sia di Sabatini che di Garcia, che mancino non è ma che ha caratteristiche su misura per il gioco di Rudi. Esattamente come il colombiano Muriel dell’Udinese, società con la quale Sabatini vanta ottimi rapporti. Ma come non pensare, guardando al passato, che il ds non abbia in canna un colpo a sorpresa? La sensazione è che la Roma andrà comunque più su un attaccante esterno che su uno centrale. In ogni caso, roba che costa un sacco di soldi. Tipo Cuadrado, che due estati fa Sabatini aveva quasi portato a casa dall’Udinese, ora molto molto più complicato da acquistare. «Sono soddisfatto della stagione, ma l’anno prossimo dobbiamo vincere almeno un titolo. Per questo lavoriamo ogni giorno per migliorare la rosa», ha ancora detto ieri Garcia. Una promessa, a guardar bene.