Naing-gol-an ed è Champions!

20/04/2014 alle 10:46.
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IL ROMANISTA (V. META) - Firenze è ancora nostra. Dell’arancia meccanica, stavolta basta un solo tempo. Quarantacinque minuti da far prendere appunti a Rinus Michels e la pratica Firenze va in archivio insieme alla vittoria numero venticinque in stagione, l’ottava consecutiva, che consegna alla Roma, insieme ai punti buoni per eguagliare gli 82 del record di Spalletti, anche l’aritmetica del secondo posto. Ergo, l’ingresso in dalla porta principale. Quattro anni dopo Donetsk, quella musica tornerà a suonare per i giallorossi. Montella farà meglio a mettersi l’anima in pace, la Roma si conferma la sua maledizione per quanto le sue squadre continuino a mettere in fila ottime prestazioni contro i giallorossi. Nessuna sopresa di formazione per , che conferma Dodò sulla sinistra di una linea difensiva ancora una volta tutta brasiliana, recupera in regia e in attacco manda il grande ex (per la prima volta al Franchi da avversario) a completare il tridente con e Gervinho. Niente novità anche per Montella, che conferma la formazione che aveva sbancato il Bentegodi con Ilicic centravanti atipico nell’attacco a tre con Cuadrado e Matos.

Sarà che sugli spalti il clima è caldissimo nonostante il vento freddo da Fiesole, ma la partita ci mette pochissimo a prendere fuoco: minuto numero due, dà inizio alla sua notte di rivincite con un inserimento in solitaria partendo dalla trequarti chiuso con un bel che Neto riesce a neutralizzare in due tempi. Ancora più bello quello che fa il serbo cinque minuti più tardi quando, servito magistralmente da a occhi chiusi, nasconde il pallone a due avversari e invece di tirare lo passa al liberissimo Gervinho, che ha tutto il tempo per decidere se mettere la palla sul primo palo o incrociarlo me nel dubbio riesce a mandare fuori a porta spalancata. Non c’è tempo per mangiarsi le mani, perché i ritmi sono serrati: la Roma sembra giocare in tredici per come sa occupare il campo attaccando gli spazi e trovando il passaggio con una facilità che avrebbe fatto prendere appunti a Rinus Michels, la rincorre ma resta in piedi e prova a rendersi pericolosa mandando al tiro i suoi specialisti dalla distanza. In mezzo a tanta intensità ci vuole uno strappo di classe per fare la differenza. Lo trova , che al 26’ va a inventarsi una grandissima giocata sulla trequarti per servire in rpofondità , che arriva sul pallone in corsa e in scivolata mette il pallone in rete anticipando l’uscita di Neto. Bellissimo. Ancora più bello sarebbe il al volo di dopo un cross di Dodò ribattuto dalla difesa della , ma per un gol così, pure il David se ne andrebbe da piazza della Signoria e allora la palla esce di qualche centimetro.

La chiude in pressing con due occasioni per Ilicic, un calcio di punizione che sbatte addosso a (i viola chiedono un mani che non c’è) e poi un sinistro da fuori messo in angolo da . Nella ripresa Montella si gioca la carta Matri al posto di uno spento Matos, ma per le emozioni c’è sempre da chiedere a , che dopo due minuti controlla un gran pallone al limite e lascia partire un improvviso che Neto respinge con due mani. Partita che rallenta leggermente, anche se mai la Roma dà l’impressione che possa sfuggirle di mano, neanche quando un calcio di punizione battuto morbido dal solito Ilicic pesca tutto solo Savic sul palo lontano e il difensore spara alto da due passi. Nel finale cambia due terzi del tridente inserendo e Bastos al posto di e , ma l’ultima occasione capita ancora a , servito in profondità da un gran lancio di , questa volta il suo tentativo in scivolata non trova la porta. La partita finisce, comincia la . A Firenze si sogna.