IL ROMANISTA (D. GALLI) - È davvero il caso di dirlo. Questa squadra è un tesoro. Affetto a parte, a parte l’amore immenso che sprigiona a ogni battito del cuore sotto la maglia di Taddei, a parte i salti di Garcia al gol di Florenzi, a parte Florenzi, a parte TottiDeRossi, a parte quel naturalissimo senso di matrimonio imperituro tra la Sud e questa Roma qui, a parte la grandezza di un club che si respira ogni giorno di più, a parte tutto questo c’è un dato semioggettivo eppure validissimo: questi giocatori sono oro. Oro sul serio. Rispetto a qualche mese fa, rispetto a giugno 2013, la rosa si è apprezzata di 33 milioni. Sono i valori di Transfermarkt, la Bibbia degli appassionati di calciomercato.
Premessa. È chiaro, sono dati relativi, perché poi il valore effettivo di un giocatore è determinato non certo da Transfermarkt ma dalla legge della domanda e dell’offerta. Se una società ha parecchie richieste per un calciatore che non intendeva cedere, il suo prezzo sarà certamente maggiore del valore reale. Valore che non è certo fissato dalla Borsa di Milano ma da chi vende. L’esempio è Pjanic, che secondo Transfermarkt costerebbe adesso sui 20 milioni mentre difficilmente la Roma lo cederebbe per meno di 25, se non di più. Ora, detto questo, la faccenda è abbastanza seria. Perché in ogni gioco c’è un pizzico di verità, e qui più che di un pizzico si può parlare di manciata. La stratosferica stagione romanista ha fatto lievitare i costi dei cartellini. In difesa, Castan è passato da 6.5 a 9 mentre Benatia è schizzato a 18 milioni dai 13 di giugno, quando c’era chi spernacchiava la Roma sostenendo che allora in proporzione si potevano pure spendere 13 mila euro per un gelato.
A centrocampo la quotazione di Strootman è salita di 4 milioni, e probabilmente sarebbe anche maggiore se la rottura del legamento crociato non avesse impedito al gigante orange di inanellare altre brillanti prestazioni. Questi pochi mesi da assoluto protagonista hanno contribuito a migliorare di tre milioni la valutazione di Nainggolan (da 14 a 17 milioni). Questi tempi sensazionali di finte ubriacanti, dribbling con tutti e a volte persino con se stesso, assist e comunissimi gol, hanno esaltato il cartellino di Gervinho. Adesso si parte da una valutazione di almeno 16 milioni, contro gli 8 (9 milioni 750 mila, con i bonus) investiti dalla Roma per prenderlo dall’Arsenal.
Un capitolo a sé lo merita Pjanic. La Roma ha versato complessivamente (in tre rate) nelle casse del Lione qualcosa come 11 milioni. «È un affare». Fu così che Sabatini convinse Fenucci a compiere il blitz, quando mancavano poche ore alla fine della sessione estiva del mercato 2011. Ora Miralem ne vale 20, ma solo sulla carta, solo per quello che scrive Transfertmarkt. Già, perché la realtà è un’altra. Per il suo fantasista la Roma ha rifiutato offerte nettamente superiori. Una è nota, è griffata Psg. Se a Trigoria vogliono, tra due mesi si apre un’asta a cifre spettacolari. Se a Trigoria vogliono, ma anche se lo vuole Pjanic. Perché questa Roma è un tesoro e però lo è comunque, lo è a prescindere dai suoi gioielli, perché nessuno è, e mai sarà, prezioso quanto lei. Quanto la Roma.