Cuadrado-Gervinho: la sfida delle frecce nere

19/04/2014 alle 10:53.
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GASPORT (A. PUGLIESE) - Il bello è che se non ci fosse stato Zeman di mezzo, magari oggi sarebbero compagni di squadra. E invece stasera Gervinho e Cuadrado si troveranno ancora a duellare sulla fascia, tra scatti, dribbling, assist e corse senza fine, con gli avversari spesso costretti a guardare solo le treccine al vento, sconfitti nell’uno contro uno o in un allungo. Una sfida che al genio del calcio mescola anche quelle fibre muscolari che li hanno resi unici. Un antipasto succulento di quello che poi si replicherà anche a Brasilia, il 19 giugno, quando le due frecce nere si ritroveranno di nuovo faccia a faccia per mettere le ali alle rispettive nazionali, Costa d’Avorio e Colombia, nella seconda partita del Mondiale.

Accelerazioni a gogo Zdenek Zeman, dunque, l’uomo che secondo i sussurri di Trigoria consigliò a di non prendere Cuadrado due estati fa. «Mi sembra più che altro un giocoliere», disse il boemo al d.s. della Roma, che era già in fase avanzata per portarlo a Trigoria. E invece alla fine spuntò la , che trovò l’accordo con l’Udinese e che tra poco dovrà rimettersi al tavolino con i friulani per discutere l’altra metà del cartellino (i viola hanno un diritto di prelazione, ma il colombiano interessa e non poco anche all’estero). Da allora Juan ha fatto vedere cose bellissime in viola, adattandosi in molti ruoli proprio per la sua versatilità e la resistenza fisica. Con le sue accelerazioni sta riportando la in Europa, con il piccolo sogno della da sottrarre in extremis proprio a quel a cui non potrà invece contendere (causa ) la finale di Coppa Italia.

Figlio di Roma Cuadrado non arrivò a Roma, dunque, Gervinho sì. L’ha voluto fortemente te . «Gli vedrete sbagliare anche tanti gol, ma so che certe occasioni le potremo avere solo con lui in campo », disse il francese subito dopo lo sbarco dell’ivoriano. E alla fin e i l campo gli ha dato ragione, Gervinho ci ha messo poco a entrare nel cuore della gente, e se la Roma è a un passo dalla se vincesse oggi sarebbe seconda aritmeticamente è anche merito suo. «Mi sento un figlio della Roma, ammiro , un grande campione — dice nell’intervista a Topolino — La mia responsabilità in campo? Far avanzare la squadra, segnare e fare passaggi vincenti. Il campionato italiano dal vivo è molto più bello che in tv». Già, soprattutto se poi a giocarci ci sono frecce imprendibili come lui e Cuadrado. «Io per correre 90 minuti mangio pasta e pollo, sono il mio segreto — continua — Il razzismo? Non l’ho mai vissuto sulla mia pelle, ma ogni volta che lo vedo in tv mi rammarico. Possiamo avere anche il colore diverso, ma a questo mondo alla fine siamo tutti fratelli».

Gol e dribbling Già, soprattutto lui e Cuadrado, che vengono da mondi opposti ma in campo sono simili. A cominciare dai gol: finora 8 per (6 di , 2 di sinistro), 7 per il viola (tutti di ) per finire alle occasioni create (48 Cuadrado, 46 Gervinho). Il colombiano, però, conclude di più in porta (76 a 58), ma in campo è anche più nervoso (8 cartellini, tra cui 2 espulsioni, contro l’unica ammonizione di Gervinho), forse anche perché subisce più falli (92, contro i 32 di Gervinho). Il viola poi crossa molto di più (67, contro i 22 del giallorosso), ma perde anche più palloni (16,19 di media a gara, contro gli 11,28 dell’ivoriano) e rispetto a ha un pregio, non finisce mai in fuorigioco (20 quelli dell’avversario). Stasera tocca a loro incendiare Roma.