IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Un altro gol all’Udinese, il numero 14 in campionato, il numero 16 considerando anche la Coppa Italia. Il primo a Simone Scuffet, un portiere nato (1996) quando lui, Francesco Totti, aveva già accumulato un discreto bottino di presenze nella massima serie. Un gol di destro, apparentemente facile, che ha fatto salire a 233 le sue reti in serie A. Un gol con l’etichetta di 150esimo allo stadio Olimpico, in campionato ovviamente. Con questi parziali: 147 con la Roma padrona di casa (non vengono considerati quelli segnati in campo neutro a Rieti e Palermo: totale quattro) più i tre firmati nel derby con la Roma ospite. Con un ulteriore parziale di 83 reti sotto la Sud e 67 sotto la Nord. Bene no? Un rientro in campo, dopo lo stop del 12 febbraio a Napoli in Coppa Italia, che ha dato subito un’impronta positiva alla squadra giallorossa che è tornata a segnare dopo due turni chiusi senza reti. E a vincere. «Non giocando, il gol mi mancava. Maera importante tornare a vincere per riprendere il passo di inizio campionato. Abbiamo sempre il Napoli dietro, cerchiamo di tenerlo lontano», il suo immediato commento a fine partita.
LA BATTAGLIA CON IL NAPOLI Una vittoria firmata da Totti (e da Destro e Torosidis), certo, ma anche da De Sanctis, ex che ha parato quasi tutto. «Morgan ha fatto interventi inusuali. Lui è un gran portiere, uno che dirige bene la difesa. Stavolta è stato eccezionale ». Tre punti dedicati a Strootman, che oggi verrà operato a Amsterdam. Dopo aver segnato, Totti si è fatto lanciare dalla panchina una maglia con il numero 6, quello dell’olandese, e l’ha mostrata al mondo. «Per noi è come se Kevin fosse qui. È un giocatore fondamentale, e un gran bravo ragazzo. Spero che si riprenda il prima possibile e che vada bene l’intervento. Io sono certo che tornerà più forte di prima ». Una vittoria, quella conquistata contro l’Udinese, indispensabile per la Roma visto il risultato ottenuto a Torino dal Napoli. La battaglia per il secondo posto è aperta: la squadra giallorossa ha tre punti di vantaggio sui partenopei (quattro considerato lo scontro diretto) e una gara in meno. Il cammino, però, è ancora lungo. Totti, che ne ha viste in carriera di tutti i colori, lo sa alla perfezione. «È stata una partita davvero difficile, l’Udinese si è confermata squadra ostica. Ma noi volevamo vincere assolutamente, ce l’abbiamo messa tutta e alla fine i tre punti sono meritati. Il numero dei miei gol aumenta, ma mi interessa relativamente: mi voglio sempre migliorare, certo,ma a me preme soprattutto che la Roma possa tornare presto in Europa e competere per tornei importanti. Io ho sempre detto e lo ripeto anche stavolta: Roma è una città che merita di tornare a giocare la Champions League. Con un po’ di cattiveria e un po’ di fortuna riusciremo a centrare questo traguardo ». Un salto in avanti stagionale, quello della squadra giallorossa, che per certi versi ha dell’incredibile se si ricorda quanto accaduto nel finale della passata stagione. Solo che c’è una Juve da record davanti... «L’amarezza, inutile negarlo, c’è sempre: davanti a te hai una squadra che non perde quasi mai, e per questo è difficile riprenderla». Un’impresa ormai ai limiti dell’impossibile, visto il vantaggio di 14 punti (anche se la Roma ha una gara in più da giocare) degli uomini di Antonio Conte, ma questo non impedirà a Totti di dare tutto se stesso per portare la Roma più in alto possibile. Con un obiettivo personale facilmente identificabile: riuscire a chiudere il campionato in doppia cifra. Con il gol segnato a Scuffet è salito a quota 6: non manca molto, perciò. E non sarebbe un traguardo da poco per uno che il 28 festeggerà il 21 esimo compleanno con la serie A.