IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Stamattina la Roma sale sul treno per Napoli. Il viaggio verso la finale, in programma comunque all’Olimpico, prevede la tappa scomoda del San Paolo, diventata più complicata dopo l’andata nella capitale. Il 3 a 2 è punteggio ad alto rischio, da difendere nella notte davanti al Golfo e al pubblico (45 mila spettatori) che soffierà forte nelle vele azzurre. Garcia ha due risultati su tre per andare avanti, ma nonostante in questa stagione abbia già superato due volte (e sempre in casa) Benitez, il 18 ottobre in campionato e il 5 febbraio nella prima semifinale, il francese riconosce l’abilità e l’astuzia dell’esperto collega spagnolo, tecnico che stima da un pezzo. Di sicuro il braccio di ferro è tra due allenatori che si giocheranno la qualificazione a viso aperto. Tatticamente entrambi privilegiano il calcio offensivo, con tre attaccanti e il trequartista, pressing, sacrificio, organizzazione e, quando serve, contropiede. Come si legge in classifica, sono al timone delle due rivali della Juve campione. Dunque, seconda contro terza. I partenopei, al momento, hanno 4 punti in meno e 1 gara in più.
REGINA DEL TROFEO
Nessun club del nostro calcio ha i numeri della Roma in Coppa Italia. È la migliore in assoluto: 9 vittorie e 8 volte seconda. Anche la Juve, eliminata ai quarti da Gervinho che è per ora il cannoniere giallorosso in questo torneo (3 reti, con 2 a Reina all’andata), ha alzato 9 trofei, ma è stata seconda solo in 5 edizioni. La Roma insegue la Decima dal 2008, quando si aggiudicò la coppa per l’ultima volta, in panchina Spalletti che festeggiò anche l’anno prima. L’obiettivo è cucirsi sul petto la stella d’argento, fregio che la Lega consente di mettere sulla maglia a chi arriva fino a dieci coccarde tricolori. Ai giallorossi è sfuggito già in due occasioni, nel 2010 contro l’Inter di Mourinho e nel maggio scorso contro la Lazio di Petkovic. Il Napoli vuole la quinta (è stato 4 volte secondo) e De Laurentiis il bis dopo quella alzata all’Olimpico due anni fa, battendo la Juve campione d’Italia (primo scudetto di Conte). E Benitez di coppe se ne intende.
SCELTE E STAFFETTE
Anche se il Napoli recentemente ha avuto più impegni, tre in dieci giorni contro i due della Roma, è Garcia a dover valutare bene le condizioni di alcuni uomini che non si presentano al top. E non solo per la stanchezza accumulata negli incontri ravvicinati, discorso che forse può valere solo per Totti: il capitano, due gare di fila da titolare, è pronto al lasciare il posto a Destro, avvicendamento che però non va dato per scontato. Peseranno di più i guai fisici. Maicon non sta bene: contusione al ginocchio. Ma farà di tutto per esserci. Pjanic, anche lui con un fastidio al ginocchio che lo tormenta da tempo, non ha l’autonomia per un match intero. Essendo, però, squalificato Nainggolan, il bosniaco non può saltare anche la semifinale di ritorno (all’andata entrò nell’ultima mezz’ora). Due ipotesi: 1) alternanza tra Pjanic e Ljajic, entrambi utili per giocare con il 4-2-3-1 e specchiarsi con il Napoli che utilizza lo stesso sistema di gioco: in questo caso, nel tridente con Destro e Gervinho, sarebbe confermato Florenzi; 2) Pjanic e Ljajic insieme, il primo a centrocampo e l’altro sulla fascia. In sintesi, tre per due maglie: Ljajic, Pjanic e Florenzi, quest’ultimo buono anche da intermedio del 4-3-3. Bastos, invece, è la prima alternativa in corsa per il ruolo di esterno offensivo, come si è visto nella ripresa del derby.
NUOVA OPZIONE IN DIFESA
Se Maicon si dovesse arrendere, probabile debutto stagionale per Romagnoli. Infortunati Balzaretti e Dodò, Garcia considera il centrale diciannovenne in grado di fare pure il terzino a sinistra. Con Torosidis che passerebbe a destra. Romagnoli non gioca titolare da quasi un anno: l’ultima volta contro il Genoa all’Olimpico, il 3 marzo 2013, contro il Genoa (3 a 1) e primo gol del difensore in A (quello del 2 a 1). In Coppa Italia aveva esordito, non acora maggiorenne, l’11 dicembre 2011, sempre in casa, contro l’Atalanta: 3 a 0 nel turno secco degli ottavi.