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Nicchi, 5 anni in fuorigioco

28/02/2014 alle 10:44.
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Il nome di Marcello Nicchi era legato alla burrasca e lo aveva capito anche Paolo Casarin, suo designatore dell’epoca: Nicchi era quello dell’espulsione di Andersson in Vicenza-  arrivò fino ai banchi del Parlamento. Ulivieri disse: «Nicchi ha sbagliato in buonafede, è umano. Un po’ meno che si creda Gesù» . Era il gennaio del 1997. Sembrano i giorni nostri. Lo stile è rimasto lo stesso. E lo fa da presidente dell’Associazione: lo fa anche con gli stessi associati. Riguardatevi i nomi della cordata che lo ha sfidato all’ultima elezione. E chiedetevi che fine hanno fatto... 

Marcello Nicchi è stato il presidente che ha raccolto da Cesare Gussoni (altro stile, eh?) l’Associazione riazzerata dopo Calciopoli. Il predecessore gli ha consegnato una tabula rasa, sulla quale poter scrivere una nuova storia. E questo ha fatto sognare Nicchi. Aveva promesso il raggiungimento di molti obiettivi, dalla trasparenza al ricambio generazionale.

Guardate come ha trattato Stefano Braschi, per quattro anni suo designatore (e le solite malelingue aggiungono la parola “ombra”, nel senso che non era lui a farle, le designazioni). Che sia costretto a lasciare (lo dicono i regolamenti, no?) a fine stagione lo sanno anche i muri. Dirlo (e ripeterlo) già da settembre non è stata una mossa geniale. 

Non ha rispetto per nessuno. La filosofia è semplice: «O con me o contro di me» . Il confronto è un’utopia, se lo si intende come due punti differenti che si specchiano. La ragione è sempre dalla sua parte...
(corsport)

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