IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Pressione, conquistando i 3 punti, e basta. Non c'è scelta, a questo punto della stagione. La via Emilia è come le altre per la Roma, chiamata a spingere sull'acceleratore sempre e comunque per non lasciar tranquilla la Juventus nella sua fuga in solitudine verso il terzo scudetto di fila. L'inseguimento è iniziato il 1˚ dicembre, a Bergamo, il distacco è salito a 9 punti (con una partita da recuperare per i giallorossi, contro il Parma ad aprile),ma il weekend sembra fatto apposta per approfittare del calendario, cercando di sfruttare psicologicamente l'anticipo al Dall'Ara in attesa del derby di domani a Torino. Giocare prima, partendo da dietro, può essere vantaggioso. Ma solo in caso di vittoria, l'unico risultato che agiterebbe la capolista nella sfida contro i granata di Ventura. Garcia lo sa benissimo. «Ma dovremo dare il massimo, presentandoci in campo al cento per cento. Serve il successo per pensare poi alle altre squadre d'alta classifica che sono sicuramente stanche per gli impegni in Europa. Io ho grande rispetto per il Bologna e bisogna fare molta attenzione: da quando c'è Ballardini sta andando meglio e l'ho visto comportarsi bene nelle ultime gare ».
ALL'ATTACCO Rudi ricorda il 5 a 0 dell'andata, prima doppietta di Gervinho e sulla panchina rossoblù ancora Pioli (esonerato dopo la Befana): quello resta ancora lo scarto più vistoso delle 18 vittorie stagionali, ma per il francese stasera non sarà facile come il 29 settembre, anche se ci sono 33 punti di differenza tra le due squadre. «Non ha più Diamanti,mapsicologicamente ha risposto bene. Il Bologna sa essere pericoloso». Con l'arrivo del nuovo tecnico la risalita in classifica dal terzultimo al quintultimo posto, grazie ai 6 punti in 6 partite.Garcia, però, resta lo stesso di sempre. Formazione equilibrata ma con caratteristiche offensive. Dietro non avrà tre terzini su quattro: a casa restano Maicon, Dodò e Balzaretti (ha ripreso a lavorare in campo). E Torosidis si è appena ristabilito da un attacco influenzale. Il greco, convocato, farà di tutto per esserci. «Se non ce la facesse, in quel ruolo possono giocare Florenzi, Taddei, Toloi e Nainggolan. Anche se abbiamo perso due terzini a sinistra e ora siamo in difficoltà pure a destra, nel breve non sono preoccupato. In passato ho scelto anche la difesa tre che può permetterti di giocare comunque un calcio propositivo. Preferisco, però, i quattro difensori: si può modulare meglio il gioco. In questo senso si capisce perché cerco due terzini capaci di dare una mano a chi sta davanti: è quello il mio calcio» spiega Rudi che si prepara a schierare, come contro il Napoli al San Paolo nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, Bastos da esterno basso a sinistra, magari stavolta con Florenzi e non Ljajic nel tridente. Recuperato Strootman per la possibile staffetta con Nainggolan. Senza Totti, terza partita di fila da titolare per Destro. Quando fa lui da centravanti, il sistema di gioco è il 4-2-3-1, con Pjanic trequartista. «A Mattia bisogna servire palloni dentro l'area. Ha qualità e il gol nel sangue. Lui può diventare molto utile a noi e alla nazionale italiana, ma solo se avrà continuità. Non bastano due mesi, deve insistere e mostrare sempre il suo carattere e i suoi pregi».
DALL’OGGI AL DOMANI «Ringrazio tutti per l'affetto mostrato nel giorno del mio compleanno. Dalla società a Totti che però può migliorare il suo francese», sorride Rudi. Che poi svela quale è stato il messaggio che più lo ha colpito: «Mi ha fatto piacere sentire De Rossi che si augura di vedermi a lungo qui per vincere con la Roma. E' proprio quello che voglio: mi trovo bene qui e spero di restare a lungo per conquistare trofei con questo club». L'apertura di Garcia a trattare il rinnovo è adesso ufficiale. I dirigenti giallorossi, però, hanno da tempo deciso di affrontare con l'allenatore la questione del prolungamento del contratto (scadenza 30 giugno 2015) solo a fine stagione. E' chiaro che il presidente Pallotta, avendolo già battezzato come il suo Ferguson, punta a blindarlo per almeno altre due stagioni. Anche perché in Francia vorrebbero riprenderselo. E non più a Lille.