IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Io sono più ambizioso di tutti: non parlo di scudetto per non mettere troppa pressione alla squadra». Rudi Garcia si presenta a Milano per la seconda volta in poco più di due mesi e rilancia la candidatura de
ROSSONERI DOPPIATI
Massimiliano Allegri garantisce di non aver rimpianti e di essere felice di essere rimasto fedele, la scorsa estate, al club rossonero. Per la verità aveva deciso di assumere la guida di quella che considera la formazione migliore del nostro torneo, soprattutto quella più attrezzata guardando al futuro. Il suo ripensamento, dopo laccordo trovato con Sabatini e Massara, ha permesso alla Roma di andare a Lille e convincere il francese di Nemours. Mai scelta di ripiego è stata tanto indovinata. Perché Garcia guarda dallalto lex candidato numero uno della società giallorossa. Non solo per la striscia record delle 10 vittorie di fila, per il primato delle 15 gare consecutive senza sconfitte e per la migliore difesa dEuropa. Il paragone con il rivale è lì davanti agli occhi di tutti: 19 punti di distacco in classifica. Il Milan si è chiamato presto fuori dal campionato, aggrappandosi con la forza della disperazione allEuropa. Rudi, però, avverte: «Se ha conquistato la qualificazione agli ottavi di Champions, vuol dire che ha giocatori importanti. E forte. Mi piace Kakà, calciatore completo, e so che Balotelli può segnare in qualsiasi momento. Non dovremo lasciare spazi, stando attenti anche agli altri: la squadra è competitiva in tutti i reparti».
POCA SCELTA
Se Allegri limita i convocati a 21 (fuori in sei: Amelia, Abate, Silvestre, Birsa, El Shaarawy e Robinho), Garcia fa il solito pieno di 23, chiamando per la prima volta il centrocampista diciottenne Mazzitelli. Ma ha assenti in tutti i settori: a casa gli infortunati Balzaretti, Caprari e Borriello, più lo squalificato Pjanic. Così quarta gara di fila per Dodò, spazio a Bradley, prima alternativa per i tre mediani, e valutazione con il bilancino per allestire il tridente. «Nè Totti nè Destro hanno nelle gambe una partita intera» chiarisce Garcia. «Con Francesco, siamo più forti. Per noi è meglio con il capitano» ammette Rudi che la pensa come Allegri e i rossoneri. «Non sta al cento per cento. È normale. Ma ha fatto una settimana di allenamento intera, mentre per lultima gara non era il caso. Ora sembra più pronto per aiutare la squadra e per dare il meglio di sè». La tentazione è grande, con Ljajic in stand by. Il francese, invece, non drammatizza per la squalifica di Pjanic: «Io penso sempre positivo. Quando manca un giocatore, tocca a un altro. Perderemo qualcosa dal punto di vista tecnico, ma entrerà un calciatore che ci darà di più a livello fisico». Non dà peso ai cinque diffidati Maicon, De Rossi, Strootman, Florenzi e Ljajic. «Non si possono fare quindici gare senza sconfitte con undici giocatori: vuol dire che chiunque è entrato ha fatto bene. Conta la squadra più dei singoli. Per me non cambia niente e nemmeno per i calciatori: nessuno di noi pensa alle possibili squalifiche». «Penso al Milan, non alle altre». Garcia chiede concentrazione sul presente. «Con la Fiorentina abbiamo fatto un passo avanti sul piano matematico. Ma è solo uno. Ne dobbiamo fare subito un altro. Oltre alla Juve ci sono pure il Napoli, lInter e la Fiorentina. Va bene se i miei calciatori credono nello scudetto. Noi vogliamo il massimo, per arrivare il più in alto possibile: lobiettivo è giocarci con le avversarie lo sprint finale. Non so se sia per noi uno svantaggio che la Juve e il Napoli siano state eliminate dalla Champions: allEuropa League partecipano grandi squadre e io ci metterei la firma per vincerla».
STORIE DI PRESIDENTI
Berlusconi sempre presente a Milanello, Pallotta lontano un oceano. Rudi sorride: «Non conosco il milanista, sto qui da cinque mesi. Ma so che James è di grande livello: la relazione tra lallenatore e il presidente è fondamentale, per me è sempre stato così. A volte ci scambiamo i ruoli: io gentile, lui cattivo. O viceversa».