IL ROMANISTA (M. IZZI) - Se il campionato di calcio fosse Il palio di Siena, la Juventus sarebbe una delle rivali di certissima elezione della Lupa giallorossa, forse, per certi versi, ancor più della stessa Lazio.
Foschi convocò i selezionati, con i vari Ferraris IV, Corbyons, Rovida, Degni, Mattei, Zamporlini, Scocco e Rapetti in bella evidenza, a Via di San Basilio 51, dove era situata la sede dellIspettorato Sportivo dell Urbe. Lì, il futuro fondatore della Roma assieme al selezionatore Alberto Cinti, arringò i giovani calciatori spiegando loro quale grande significato rivestisse quella sfida contro i bianconeri. Non sappiamo se tali parole furono efficaci, quello che è certo è che poderosamente efficaci dovettero risultare i 15.000 spettatori che affollarono lo stadio il giorno del fatidico incontro. La trionfale vittoria per 2-1 (con reti di Rosetta, Canestrelli e Rosso) scatenò il visibilio del pubblico capitolino che vide materializzarsi, di colpo, la possibilità, grazie ad una grande fusione, di competere, vincendo, contro i grandi squadroni del Nord. Solo tre giorni dopo questa grande vittoria contro la Juventus Italo Foschi annunciò la fusione tra Fortitudo e Pro Roma Un anno e un giorno più tardi, il 7 giugno 1927, sarebbe stata la volta della nascita della Roma. Lo scontro con la Juventus, dicevamo, quello destinato a segnare unintera epoca del calcio italiano è naturalmente stato disputato il 15 marzo 1931. A vegliare sui pali della Vecchia Signora cè naturalmente, più saldo che mai, ancora Combi, il portierone destinato, tre anni più tardi, a guidare lItalia alla conquista del suo primo titolo mondiale.
Quello del 15 marzo 1931 è il primo RomaJuventus con il sapore di scudetto. La Roma era reduce da un brutto scivolone contro il Napoli e probabilmente i piemontesi arrivarono nella capitale convinti di dover espletare una semplice formalità. Errore gravissimo, e per di più evitabile. Il 12 marzo, per dirla tutta, uno dei maggiori quotidiani sportivi dItalia, Il Littoriale, aveva scritto nella sua rubrica Periscopio: «La Roma crolla? Bel furbone chi lo crede. Domenica sera le centinaia di soci che sono andati a ricevere i reduci della battaglia partenopea, con Sacerdoti in testa, si sono recati tutti a Via Monterone (dovera la sede della Roma N.d.A.), dove sè brindato a lungo alle fortune della Roma ( ). Il campionato è cominciato domenica, Attenzione! A chi tocca non singrugni!». Più avvertiti di così si muore. Si avvicina così il 15 marzo, i giornali gongolano, a Campo Testaccio scende il leader della classifica contro il runner up, vale a dire la Roma. Proprio il 14 marzo 1931, Il Littoriale scriveva: «Cinque mesi che la Roma sè messa alle calcagna della Juventus. Domani le due squadre saranno di fronte». Sembra il coming soon di un duello da film western. Le formazioni annunciate riportano il nome di Mario Bossi tra i titolari giallorossi a posto del faciolaro Mario De Micheli. Qualche anno or sono ebbi il privilegio dincontrare e intervistare Mario Bossi che osservò che aver effettivamente giocato quella partita avrebbe cambiato la sua vita. Ed è senzaltro vero perché lo avrebbe fatto entrare doppiamente nella storia come atleta fondatore della Roma (era nella rosa della stagione 1927/28) e come vessillifero di una delle più travolgenti vittorie della nostra storia: RomaJuventus 5-0. Certe vittorie (e quel RomaJuventus è una di quelle), sono sempre lì ad indicare qual è il giusto sentiero, quale deve essere il traguardo del rendimento di questa squadra.
Il 16 marzo 1931, con una sobrietà degna di quegli anni, Il Littoriale registrava il trionfo giallorosso con questo titolo urlato in prima pagina: «La Roma conferma la sua classe battendo per 5 goals a zero la sua grande avversaria Juventus». Sarebbe bello bissare quel risultato solo per rivedere una prima pagina così deliziosamente retrò. Dopo le grandi battaglie della prima metà degli anni 30 sui destini dello scontro sportivo della Roma con la Juventus piomba una pesante cappa bianconera. Ci sono, è chiaro, delle luminose eccezioni, come nella stagione di grazia 1942, quella del primo titolo di Campione dItalia della Lupa. Il 9 novembre 1941, 3^ giornata di campionato, Masetti e compagni liquidano i bianconeri per 2-0, ma come scrive il grande Pietro Garinei sulla Gazzetta dello Sport: «Non è la prima volta che la Juventus perde a Roma, ma la partita di oggi trova la sua sorella gemella soltanto in quella lontana ma vicina nei ricordi giallorossi che terminò con quel 5- 0, risultato doro della carriera della Roma. ( ) Dunque la Roma avrebbe potuto vincere persino con quattro reti di scarto ma vi diamo per certo solamente questo, che essa ha giocato una gara maestra».
Purtroppo quella Roma, grande, grandissima, dura appena il tempo del trionfo. La guerra e alcune scelte sbagliate mandano in mille pezzi il giocattolo e per ironia della sorte, Brunella, Coscia e il giovane Piccinini (nel 1942 in forza al settore giovanile della Lupa) finiranno per periodi più o meno lunghi a vestire la maglia bianconera. Finiscono anche gli anni 40 e negli anni 50 si afferma lo strapotere juventino. Arriva il boom economico e i favolosi anni 60 che di favoloso a dire il vero, nel calcio, hanno poco e niente. Sono gli anni in cui Giacomo Losi deve rivolgersi agli arbitri dandogli del lei, mentre Giampiero Boniperti usa tranquillamente il più cameratesco tu.