Con il 2-1 sulla Fiorentina la Roma torna alla vittoria dopo più di un mese e regge il passo della Juventus capolista. La squadra di Rudi Garcia si conferma l'unica imbattuta in Serie A, ed arriva a 15 risultati utili consecutivi, record
Con il 2-1 sulla Fiorentina la Roma torna alla vittoria dopo più di un mese e regge il passo della Juventus capolista. La squadra di Rudi Garcia si conferma l'unica imbattuta in Serie A, ed arriva a 15 risultati utili consecutivi, record assoluto della storia giallorossa. Lunedì prossimo, nel posticipo della sedicesima di campionato, ad aspettarla a San Siro ci sarà il Milan di Allegri.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
CORSPORT - G. DOTTO
Lupi dovevano essere e lupi sono stati. Il momento più lupesco? Ultimo minuto, Roma in dieci, quel solo gol da difendere. Palla tra i piedi di quel serpente dal teschio vudù di Cuadrado. Minacciosissimo. Sassuolo che ancora ci batte alla tempia oltre che nella scarpa. Prima Gervinho, il nostro inarrivabile vudù, che sbuca dal suo mistero profondo, poi Bradley e Strootman, un africano immateriale, un americano del New Jersey e un olandese con la faccia da mannaro e i canini affilati. In tre si avventano come un solo uomo a estirpare quella palla, famelici e mai così simili al manifesto della campagna pubblicitaria. Palla portata via e Cudrado che nel frattempo si è fatto Tondo. Sgonfiato da quella furia a tre teste. Sono stato lì per mollare la poltrona e invadere il campo, volevo abbracciarli, ma non ho più lagilità di un tempo. Lo ha fatto Garcia, sempre più Gracias, per noi, lo hanno fatto i compagni e tutto lo stadio. Se questo è lo spirito del branco e questo resterà fino in fondo, la promessa è grandiosa. (...)
CORSPORT - S. AGRESTI
Ancora è presto per chiamarlo duello, per dire che il campionato è un testa a testa. Gli somiglia moltissimo, però: Juve contro Roma, Roma contro Juve. E nient'altro. Tra le prime cinque della classifica, del resto, in questa giornata hanno vinto solo loro: Napoli e Inter sono state fermate su rocamboleschi (e deludenti) 3-3 in casa, la Fiorentina è caduta di fronte ai giallorossi. Così la forbice, là davanti, s'è ampliata assai. (...) Con la Fiorentina, la Roma ha conquistato una vittoria che vale triplo. Primo, perché le permette dl continuare a braccare la Juve, volando nella scia dei bianconeri verso lo scontro scudetto che aprirà il 2014. Secondo, perché ha interrotto una serie dl pareggi (4) che cominciava a diventare inquietante. Terzo, perché arrivata a conclusione di una gara spettacolare, nella quale i giallorossi hanno dimo- strato dl avere qualità e campioni (e si sapeva) ma anche carattere (e qualcuno cominciava a dubitarne). Abbiamo anunirato uno strepitoso Gervinho, ci siamo goduti un Totti in versione capitano-non giocatore.
LA REPUBBLICA - M. CROSETTI
Se il campionato non si consegna totalmente alla Juventus, il merito è di un ragazzo di ventidue anni, Mattia Destro, attaccante di una Roma quasi senza attacco, neppure un giallorosso nella classifica dei cannonieri. La domenica è tutta sua, dei suoi tormenti finalmente svaniti, dei suoi dolori dimenticati, del suo gol alla fine di una delle partite più belle di questanno, Roma-Fiorentina. Non giocava allOlimpico da sette mesi, Mattia, e la sua storia ricorda un po quella di Giuseppe Rossi, molta gloria precoce, il volo altissimo, linfortunio, leclisse, lobbligo di ripartire dalla casella del via. Adesso Prandelli ritrova due possibilità, il mondiale azzurro può non essere solo sudore amazzonico e beffe geopolitiche. Se Destro non avesse insaccato quel pallone, la Juve sarebbe scappata. Ora, invece, rimane a più tre sulla Roma, però la classifica è spaccata, è corsa a due, il Napoli scivola a meno 8 dai bianconeri e a meno 5 da Totti, troppo giuliva e bizzarra lInter, possiamo placidamente aspettare Juve-Roma nel giorno della Befana. Tutto comincia o finisce lì. La squadra di Garcia ha ripreso a vincere, dopo i pareggi che lavevano un po inceppata: il ritorno di una vera punta nella domenica in cui si rivede Totti in panchina, una specie di segno taumaturgico, può diventare la seconda piccola svolta.
CORSERA - M. SCONCERTI
E' probabile sia cambiato il campionato, nel senso che 15 giornate valgono metà stagione e parlano alla fine soltanto di due squadre. Non si può mai fare la storia in corsa, ma questa giornata ha davvero il senso di una giornata decisiva. La Juve ha vinto la settima partita consecutiva senza che questo le abbia consentito di mettere fuori la Roma, che anzi rilancia. Nel frattempo la Roma elimina definitivamente la Fiorentina e il Napoli subisce i contropiedi dell'Udinese. (...) In attesa di capire come verrà presa questa vecchia constatazione dalla gente di Napoli, resta la differenza di Juve e Roma. E oggi che la Roma entra davvero nel campionato, dopo aver percorso il tratto in salita della strada senza aver perso e rimanendo anzi nella scia della Juve. E adesso che si è davvero presa il carisma dell'avversario. Non è bastata una grande Juve per metterla fuori. Questo conferma le doti di fondo della Roma e le sue eccezioni, per esempio Maicon, sull'orlo di tornare se stesso, oppure Destro, il miglior centravanti italiano potenziale, oppure Totti ormai all'alba del rientro. Questo è il senso vero della domenica, ci sono solo due squadre. I loro numeri sono quasi da campionato africano. La Juve ha vinto 13 partite, una persa e una pareggiata. La Roma è imbattuta, 11 vittorie e 4 pareggi. Non sono numeri da equilibrio. E dove non c'è equilibrio non c'è uniformità di gioco, manca la democrazia del movimento. Tutto è solo molto probabile, come le piogge nel pomeriggio equatoriale. Questa facilità, questo automatismo, è però ormai solo di due squadre, le altre sono lontane.
IL MESSAGGERO - M. CAPUTI
Cosa sarebbe l'attuale campionato senza questa Roma? Il torneo, dopo quindici giornate, sarebbe praticamente scontato, con la Juventus a gestire un vantaggio più che rassicurante sulla rivale più accreditata. Grazie alla squadra di Garcia, inaspettata ma più che mai credibile antagonista, invece, il campionato assume peso e valore diversi. Se la Juventus impressiona per forza e solidità, protagonista di una marcia inarrestabile, al momento sono sette le vittorie consecutive e senza subire reti, la Roma appassiona per qualità e spirito, mostrando, anche lei, tanta sostanza, tecnica e morale. I numeri, oltre le prestazioni, del resto parlano chiari, non solo per le prime due in graduatoria, ma per una valutazione generale di squadre e classifica. La squadra di Conte ha vinto più di tutti,13 gare e ha una differenza reti di 21. La Roma è imbattuta, come pochissime in Europa, con la miglior difesa (5 gol presi, contro i 10 bianconeri) e una differenza di 24. È già da queste poche cifre che la differenza di valori delle prime due con le altre è netta. Da sempre i numeri provenienti dalle difese e dalle sconfitte sono indicativi per capire chi è in grado di lottare o meno per lo scudetto. (...)
GASPORT - A. CERRUTI
Garcia ne voleva undici, ma alla fine ringrazia il lupo di scorta, Destro, tredicesimo goleador dell'affamata Roma che azzanna la Fiorentina e rimane nella scia della Juventus. (...) dopo quattro pareggi di fila, che avevano fatto precipitare dalla vetta i «senza Totti» con 5 punti di vantaggio sui bianconeri, al secondo posto a meno 3, ecco il prepotente ritorno al successo di Gervinho e compagni. Nella gara probabilmente più bella dall'inizio del campionato, anche per i meriti della Fiorentina, la vittoria della Roma è importante per almeno tre motivi. Prima di tutto perché la squadra risponde a livello psicologico al nuovo scatto della Juventus, senza rassegnarsi nemmeno quando viene raggiunta sull'1-1. Poi perché dimostra di avere ancora l'eccellente condizione atletica che le aveva consentito di volare al comando. E infine perché prima ancora di rilanciare Tolti, capitano non giocatore in panchina, ritrova non soltanto il miglior Gervinho, che ormai non è più una sorpresa, ma soprattutto Destro, l'attaccante del presente e del futuro, più completo e più sgusciante di Borriello. Non a caso, al suo debutto stagionale, è lui a firmare il gol decisivo, da vero centravanti, regalando alla Roma il record di ben 13 marcatori in campionato, dopo il dodicesimo Maicon.