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GASPORT (R. PALOMBO) - Spettacolo allo stato puro. Di quelle partite che quasi ti dispiace abbiano fine. Proprio come lanno scorso. Stesso giorno, l8 dicembre, e un RomaFiorentina con uno Zeman e un Totti in meno e un Garcia e un Destro in più. 42 allora, 21 questa volta, con dentro la favola dellesordio in campionato del centravanti giallorosso, dato per disperso da dieci mesi tra operazioni chirurgiche (febbraio) e rientri affrettati
Gol e occasioni Più di mezza dozzina sia di qua che di là, con i portieri sugli scudi: Neto, salvato dal palo sul tiro di Strootman, dice di no a De Rossi, Gervinho, Maicon e più volte a Ljajic, indolente e sciupone di suo. Leggendaria invece la parata di De Sanctis sulla punizione di Pasqual, destinata, come si diceva una volta, a togliere le ragnatele dallincrocio dei pali. Quanto ai gol, quelli di Maicon e Destro portano la firma di Gervinho, migliore in campo, e sono due inediti (marcatori numero 12 e 13 del collettivo Garcia). Quello di Vargas, nel giorno in cui PepitoRossi gioca beninoma ha le polveri bagnate, nasce invece da un break di Tomovic, che si ripaga così del Gervinho andatogli di traverso. Ma lassist più ghiotto lo confeziona sull 11 Cuadrado, il clone di Gervinho dallaltra parte. Se lo divora Aquilani, e sono episodi che fanno la differenza.
La partita Due squadre corte, cortissime. Che qualche volta, più la Fiorentina, sembrano allungarsi ma solo perché il verbo di Montella e in parte di Garcia è quello di portare il pressing più in alto che si può. La Roma ha il merito di schiacciare sullacceleratore due volte, scacciando così i sospetti di una condizione in fase discendente: sono impressionanti i primi 15 minuti, in cui la Fiorentina, che pure parte bene, viene rinchiusa dentro alla propria area da un avversario che fraseggia fin dentro laltrui porta. Ed è da calcio a 5 l10, Gervinho che compie una magia sulla linea di fondo, il passaggio a Florenzi per lo scarico su Maicon che fa un giochino con la suola della scarpa prima di appoggiare in porta, tutto quanto in pochissimi metri quadrati. Ma è impressionante anche il modo con cui la squadra, raggiunta da Vargas al termine di unazione che pone Dodò e Ljajic sul banco degli imputati, cambia nuovamente marcia nel bel mezzo della ripresa, dopo un primo quarto dora tutto viola. Succede quando Destro sostituisce Florenzi, un centravanti vero e robusto al posto di un mini attaccante che nasce terzino. Con Gervinho che muovendo da esterno finisce col rendere il triplo la Roma, forse anche spaventata da Cuadrado e dal gol mangiato da Aquilani, rimette la Fiorentina allangolo, fin quando Destro su assist dellivoriano non brucia Pasqual sul primo palo. Gol dautore e risolutivo, anche se la partita regalerà ulteriori emozioni tra salvataggi in extremis, ribaltamenti di fronte, sostituzioni mirate e (minuto 43) lespulsione per doppio giallo di Pjanic, che gli costerà lassenza lunedì col Milan e anche un successivo rientro, in Roma-Catania e prima di Juventus-Roma, da diffidato.
Spettacolo extra Quello offerto al termine di un match spigoloso (un espulso e 7 ammoniti) e ben diretto da Orsato: non tanto lormai tradizionale corsa dei giallorossi sotto le curve, quanto tutto quellabbracciarsi al centro del campo tra titolari, riserve e panchinari deccellenza come Totti. Sintomo di unavventura appena cominciata e di un senso di appartenenza speciale, di cui la Juventus farà bene a diffidare.