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Sfortuna e Avramov, ma la Roma c’è

26/11/2013 alle 11:02.

IL ROMANISTA (V. META) - Stavolta per regalare punti al Cagliari non c’è stato bisogno nemmeno del solito gol di Daniele Conti. È bastata una Roma che ha fatto la partita, ha rischiato pochissimo, ha colpito una traversa e battuto diciannove calci d’angolo, senza riuscire a trovare il gol che le avrebbe permesso di tornare a vincere e restare prima.

Parte forte, la Roma, che nei primi cinque minuti non esce praticamente mai dalla metà campo del Cagliari e al 4’ va vicinissima al vantaggio grazie a uno spunto travolgente di Gervinho, che salta due avversari, entra in area e calcia da posizione defilata, Avramov tocca ma la palla resta lì e deve intervenire Astori a salvare sulla linea. Sugli sviluppi dell’angolo seguente, la palla arriva a , sul secondo palo che ancora Avramov riesce a mettere in corner. Finita la sfuriata iniziale, i ritmi si abbassano leggermente, per quanto l’impressione sia sempre che i giallorossi abbiano la situazione sotto controllo. Al quarto d’ora, su un angolo dalla sinistra toccato indietro, ci prova di prima intenzione con il all’altezza della lunetta e il pallone finisce alto non di molto. Poco più tardi, al 20’, lo stesso si lamenta molto (e come lui tutto lo stadio) per un contatto appena dentro l’area con Dessena sotto gli occhi di Celi, che però dà vantaggio e poi sorvola. Il possesso palla è saldamente nelle mani della Roma, che più che in costruzione fatica un po’ quando c’è da finalizzare, anche perché si vede a sprazzi e il giovane Murru è bravo a contenere (i problemi veri glieli crea , che però non sempre è preciso). Alla mezz’ora ci prova dalla distanza e la sua conclusione è bellissima, ma sibila a pochi centimetri dal palo dando soltanto l’illusione del gol. Il Cagliari si affaccia dalle parti di solo al 33’, quando su un cross dalla sinistra di Cossu, Morgan toglie dalla porta un colpo di testa a botta sicura di . Cinque minuti più tardi l’occasione più importante del primo tempo: cross di Dodò, testa di Gervinho, palla che va a sbattere sulla traversa. Sull’angolo seguente, una splendida apertura di prima intenzione di pesca tutto solo , stop e conclusione di controbalzo, solo che il piede è quello sbagliato e Avramov riesce a respingere.

Si ricomincia sullo stesso canovaccio, la Roma fa tutto bene fino a quando non c’è da tirare, perché allora o la mira fa difetto o interviene qualche deviazione a mettere in angolo. I giallorossi non riescono nemmeno ad approfittare dei continui tiri dalla bandierina e in panchina allarga le braccia ogni volta che vede il pallone ribattuto indietro. A metà tempo il tecnico prova a giocarsi la carta Borriello per dare peso a un attacco spuntato, ma subito dopo viene allontanato per proteste e a guidare la Roma resta il suo vice Bompard. Si va avanti a forza di angoli e cross intercettati, il Cagliari si chiude bene e trovare spazi diventa un’impresa, in un Olimpico di minuto in minuto più silenzioso. A 10’ dalla fine lascia il campo (non esattamente felice della sostituzione), al suo posto entra Bradley nell’inedita posizione di terzino . La beffa, che visti i precedenti della Roma con il Cagliari sarebbe tutt’altro che sorprendente, non si materializza grazie alle mani di , che al 39’ vola a mettere in angolo un dalla distanza di Eriksson. A 2’ dalla fine si fa male , al suo posto entra Burdisso per affrontare senza riscaldamento i quattro minuti di recupero. Quattro minuti di speranza, che diventa rabbia quando Avramov toglie dalla porta una conclusione a colpo sicuro di Borriello. Della gelida notte dell’Olimpico è questo che resta. La rabbia.

 

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