IL MESSAGGERO (M. PERTOLDI) - La pioggia attesa sopra allarco del Friuli per domenica pomeriggio, probabilmente, rispecchia lumore dellUdinese degli ultimi tempi. Ma metaforicamente sarà anche lì
IL MESSAGGERO (M. PERTOLDI) - La pioggia attesa sopra allarco del Friuli per domenica pomeriggio, probabilmente, rispecchia lumore dellUdinese degli ultimi tempi. Ma metaforicamente sarà anche lì a sottolineare il dispiacere di tanti legato al non poter assistere alla sfida a distanza tra due delle ultime bandiere del calcio moderno, tra i due bomber più prolifici tra quelli in attività e tra due icone del pallone nostrano: Totti e Di Natale. E lassenza del capitano giallorosso, privato del confronto tra numeri 10 dal maledetto infortunio patito con il Napoli, pesa anche e soprattutto a Totò che ci tiene eccome ad affrontare sul campo i migliori.
LA CLASSE NON INVECCHIA - Rivediamoci in campo. Basta dare unocchiata alle inquadrature a inizio partita, quando i capitani si scambiano i gagliardetti, per capire che Totti e Di Natale parlano la stessa lingua. Quella dei campioni che, pur con casacche e interessi diversi, si stimano e si apprezzano sul rettangolo verde. «Mi secca non incontrare Francesco domenica spiega lattaccante napoletano perché è un amico e adoro giocare contro quei giocatori che hanno fatto la storia di una società. Ho visto tutte le partite della Roma questanno ed era larma in più di Garcia. Gli faccio i migliori auguri di pronta guarigione e gli do appuntamento allOlimpico al ritorno!». Antonio e Francesco, i vecchietti terribili non soltanto sono in grado di dire la loro e di ricacciare in gola tante critiche gratuite, ma anche che la professionalità e lallenamento pagano. Sempre. «Letà conta ridacchia Di Natale ed è meglio non pensarci! Ma a parte tutto mi pare evidente come il sottoscritto, Totti, Gila e Toni siamo tutto tranne che bolliti. Il segreto? Stare bene fisicamente e uno stile di vita da professionista. Niente di più». Non ci sarà Totti e nemmeno Gervinho ma la Roma che sbarca a Udine nella serata di sabato fa paura. «Grande squadra e che mi ha impressionato. Ma noi in casa siamo forti e abbiamo le carte in regola per crearle più di una difficoltà».
SIMBOLO ANCHE TOTÒ - No grazie. Di Natale è un giocatore che alla Roma ha fatto spesso male. Lultima volta fu proprio allOlimpico, con una doppietta e tanto di cucchiaio a Stekelenburg nella clamorosa rimonta bianconera della passata stagione, ma cè stato un momento in cui lo scugnizzo di Pomigliano dArco avrebbe potuto prendere la via della capitale. Estate del 2005, Luciano Spalletti chiama Totò. Gli dicono di no. Ci riprova lanno dopo, ma questa volta è Di Natale a declinare lofferta. «Non mi sono mai pentito di essere rimasto a Udine confessa Totò e nemmeno di aver rifiutato lofferta giallorossa. Certamente linteresso per me è stato un onore e ringrazierò sempre Spalletti. Ma io avevo già deciso di restare in Friuli sino a fine carriera. E non ho mai cambiato idea». Come non lha mai cambiata Totti.