CORSPORT (A. POLVEROSI) - Dieci motivi per credere allo scudetto. Li abbiamo elencati noi, cercando di individuare tutta la forza e la potenzialità di una squadra in pieno sviluppo e in pieno splendore. Adesso tocca alla Roma metterci anche l’undicesimo motivo, quello decisivo. Tocca soprattutto a Rudi Garcia, l’artefice di questo travolgente inizio, convincere anche gli ultimi scettici (e fra questi forse c’è anche lui stesso) che la Roma ha tutto, ma proprio tutto, per arrivare in fondo al campionato così come è adesso, al comando. (...)

Adesso mancheranno due giocatori decisivi in questa corsa piena di clamorosi traguardi intermedi, come l’unica formazione in Europa ad aver sempre vinto, la difesa più imbattuta in Italia e nel resto del continente, i 500 minuti senza prendere gol, il distacco di 5 punti da Juve e Napoli che inseguono, il primo scontro diretto vinto contro il Napoli. Ma da domenica prossima alla Roma mancheranno il miglior giocatore italiano, Francesco Totti, e una delle tre ali più forti di questo pezzo di stagione, Gervihno (le altre due sono Cuadrado e Cerci). L’ivoriano costituisce la prima differenza fra la Roma e le altre squadre, ha uno spunto micidiale, quando è al massimo diventa imprendibile per quasi tutti i difensori. Al suo posto giocherà Ljajic, dotato di una tecnica superiore ma di uno sprint e di un dinamismo inferiori.

Garcia dovrà cambiare il sistema d’attacco ed è già un test interessante. Però il vero salto è un altro: se la Roma riesce a nascondere la sofferenza per la mancanza (prolungata) del suo capitano, non solo conforta se stessa ma dimostra a tutto il campionato che la sua forza va perfino oltre a quella di un 10 insuperabile. E se accade questo, può davvero accadere tutto.

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