IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Lobont; Marquinhos, Burdisso, Castan, Balzaretti (76 Osvaldo); Bradley, De Rossi; Lamela, Totti, Marquinho (83 Dodò); Destro. All.: Andreazzoli. Undici, più due cambi, più lallenatore. Uguale: quattordici persone. C
I SOPRAVVISSUTI
Domani rivedremo solo Castan, Balzaretti, De Rossi e Totti. Gli altri sono nuovi e freschi. Discorso a parte meritano Florenzi e Pjanic, che quattro mesi fa stati messi in panchina da Andreazzoli. Cerano ma non hanno partecipato al disastro. È rimasta solo la sofferenza, non la colpa. Per loro è una sana rivincita senza troppi condizionamenti. I quattro giallorossi reduci, quelli sì, hanno dentro lo spirito di rivalsa verso la Lazio, anche se uno di questi, Totti, lunedì sera ha parlato di «capitolo chiuso». Maicon gui da il gruppo degli incoscienti. Anche se il brasiliano di derby ne ha vissuti tanti e pure di altissimo livello, ha giocato in nazionale, ha vinto tutto, non è uno che si intimidisce; De Sanctis è luomo di mille battaglie con tanto di pelo sullo stomaco. Lo stesso vale per il guerriero Strootman e il maratoneta Gervinho.
RUDI E I DERBY REGIONALI
Garcia è nuovo, pure lui non pensa certo al derby di coppa. La guida, dunque, è incondizionata. Tra laltro Rudi è un uomo che non ha vissuti molti derby. Anzi, nel suo curriculum cè scritto zero. Ne ha giocati quattro contro il Lens, che sta a una quarantina di chilometri da Lille. È come giocare Pisa-Livorno, tanto per intenderci. Lo score è di tutto rispetto: tre vittorie e un pareggio. Imbattuto. E dopo aver dato dei laziali ai tifosi romanisti, forse ha capito il significato del derby. Senza nemmeno giocarlo.