Baldissoni: «Sì, Totti resterà ma alle condizioni che vuole la Roma»

24/08/2013 alle 11:31.

GASPORT (A. PUGLIESE) - «Preoccupati per il rinnovo contrattuale di Totti? Direi proprio di no». Le sue prime parole ufficiali da direttore generale sono musica per le orecchie dei tifosi giallorossi.

GASPORT (A. PUGLIESE) - «Preoccupati per il rinnovo contrattuale di ? Direi proprio di no». Le sue prime parole ufficiali da sono musica per le orecchie dei tifosi giallorossi. Che, però, si augurano anche che quel rinnovo arrivi presto, dopo che le cessioni di Marquinhos, Osvaldo e Lamela (da lunedì sarà ufficialmente un giocatore del Tottenham) hanno minato ancora di più la fiducia della gente. Mauro , d.g. postBaldini della Roma, sul futuro del capitano è chiaro. In ogni senso: «Vogliamo avere Francesco con noi il più a lungo possibile, consentendogli di giocare fin quando riuscirà a farlo, per poi proseguire come dirigente. Tutto ciò, però, deve essere compatibile con la sostenibilità economica e finanziaria dell’azienda». Appunto, una promessa ed un avvertimento: vogliamo che resti, ma alle giuste condizioni.

ERRORI CON - Non resterà, invece, Erik Lamela, la cui cessione agli Spurs sarà ufficiale ad inizio settimana. Anche ieri, su questo, le radio romane si sono infiammate: la gente si sente tradita, il «Coco» era considerato il simbolo di una nuova era, per molti già tramontata ancor prima di spiccare il volo. La Roma (Cda in programmail 29 agosto) sperava di evitare questo passaggio piazzando (offerto pure in prestito), speranza rimasta tale. «Spiegheremo tutto a fine mercato, ma posso garantire che sa tutto e condivide le nostre strategie — chiarisce il d.g. — Se è stato giusto quando il ha ceduto Maradona o Ronaldo e la Zidane non lo so. Di certo, su ogni operazione di mercato ci sono molte valutazioni da fare. Non solo il valore di un giocatore, ma la sua efficacia in un gruppo e non solo il costo del cartellino, ma le sue variazioni in futuro e le aspettative del giocatore». Come dire, su Lamela come topplayer ci crediamo fino ad un certo punto ed i 3035 milioni di oggi, domani difficilmente sarebbero tali. «Tutto ciò non implicherà una rinuncia, anche parziale, alla competitività della squadra». Ed allora non serve che aspettare il 2 settembre, sperando che non siano promesse come quelle di maggio di («Lamela, Marquinhos ed Osvaldo non si muovono»). Intanto, si aspetta però . «Ci puntiamo molto, forse lo scorso anno si è cercato di riaverlo troppo in fretta, interrompendone il recupero funzionali. Ma gli specialisti confermano che chirurgicamente è andato tutto bene».

STADIO E DERBY - È chiaro che la competitività futura della Roma dipende dallo stadio di . Senza, sogni resteranno tali. «Il progetto è vicino alla presentazione, dopo la quale ci aspettiamo delle autorizzazioni molto rapide. Tutti i passi sono stati fatti d’accordo con il Comune. I tempi? Dal progetto ci aspettiamo di iniziare i lavori in meno di 12 mesi». Allora, saranno tre anni pieni di Roma made in Usa, quella che ha promesso lo scudetto in 5 anni. «Quando diciamo che vogliamo diventare il miglior club del mondo facciamo riferimento a ciò che puntiamo. Come struttura e professionalità, siamo sulla buona strada. Il derby? Una gara da non dimenticare e chiudere nello scantinato degli errori, come quelle con Liverpool, Lecce e Slavia Praga. Ma l’eco di quel ricordo dovremo farlo sentire lontano».

MERCATO - Intanto sa che i prossimi giorni saranno decisivi per recuperare credibilità verso una piazza che si aspetta almeno un colpo. Così il d.s. della Roma è alla finestra per ed è pronto ad affondare il colpo se l’accordo con il Milan saltasse. In tal caso, la Roma lascerebbe via libera su Rebic alla (già in vantaggio). Per la punta centrale, vive le piste che portano a Matri (la Roma è la prima alternativa al Milan), Cvitanich, Hernandez e Demba Ba, che ha un costo elevato e che la Roma vuole in prestito con diritto di riscatto. Per la difesa, invece, altro sondaggio con il Cagliari per Astori, legato anche al fatto che la Roma vuole piazzare Burdisso, che ha rotto con ed è un po’ ai ferri corti con tutti.