IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Cominciamo dalla fine. Da una maglia bandiera, la 6, che Aldair ha indossato per tredici anni e che poi la Roma dei Sensi ha deciso di ritirare nel giugno del 2003.
Kevin, poteva ambire a un top club, come mai ha scelto la squadra giallorossa?
«Perché la Roma è un grande club. Ho parlato con il tecnico, mi ha trasferito le sue idee e mi sono subito piaciute. Alla fine è stata una decisione facile».
In che ruolo si sente più a suo agio?
«Mi adatto facilmente in quasiasi posizione del centrocampo. So fare la difensiva e quella offensiva. Deciderà Garcia. Nel Psv ho ricoperto vari ruoli in tanti moduli, qui non sarà diverso».
Con De Rossi ha parlato?
«No. Ma per me sarà un onore stare al suo fianco. Daniele è cresciuto in questo club, so cosa rappresenta. Spero resti. Con lallenatore cercheremo il sistema migliore per coesistere».
Dove arriverà la Roma?
«Lobiettivo è vincere, pur sapendo che le cose non sono sono andate bene ultimamente».
È giovane ed è stato pagato tanto: questo potrebbe costituire un motivo di pressione in più?
«La cifra pagata è alta, me ne rendo conto. Però non deve incidere e non inciderà sulle mie prestazioni. Sono contento di essere qui e basta. Il mio obiettivo ora è imparare in fretta litaliano, ambientarmi, il resto verrà da sé».
La Roma che sta nascendo è in grado di vincere subito?
«Sono qui per questo. In Italia ci sono molte grandi squadre, uno stimolo extra verrà dal nuovo tecnico, anche lui vorrà fare bene».
Senza coppe è un problema?
«Lo sapevo prima di accettare lofferta della Roma, non è una sorpesa. Questo può essere anche un vantaggio. La Serie A offre tante partite di livello: il salto fatto dalla Eredivisie è ampio ma stimolante, ma sarà già bello affrontare squadre come Napoli, Inter, Milan e Juve».
Stekelenburg le ha parlato delle pressioni romane?
«Mi ha detto del tifo appassionato. Dove c'è meno pressione ci sono meno stimoli, però».
La dimostrazione lampante: laccoglienza a Fiumicino.
«In Olanda non siamo abituati a questi bagni di folla: mai mi sarei aspettato un'atmosfera così calorosa. Ai tifosi prometto di dare il cento per cento».
La Roma giocherà in modo attraente o si atterrà allo stereotipo italiano basato sulla difesa?
«Garcia farà un calcio d'attacco ma con un'ottima organizzazione difensiva, come aveva già fatto al Lille. Le due ultime stagioni non sono state buone, la società mi ha assicurato che costruirà una squadra di livello».
Lei si sente un top player?
«Sono giovane, ho voglia di crescere, diciamo che studio per diventarlo. Sono sicuro di potercela fare. Non per niente ho firmato un contratto lungo con la Roma e spero di togliermi qui molte soddisfazioni».