CORSERA - Da uno 0-0 in cui se ne sono viste di tutti i colori, incluso la sospensione della partita per quasi due minuti in avvio di ripresa causa reiterati ululati razzisti di un manipolo di imbecilli al seguito della Roma, i giallorossi escono con un verdetto definitivo (addio Europa League, ora lunica possibilità di riacchiappare lEuropa
Pesante, ovviamente in chiave milanista, la scelleratezza del ghanese. Già, in effetti, i rossoneri erano scesi in campo con un approccio fasullo, esprimendo un calcio asfittico, infarcito di errori anche grossolani come, giusto per esemplificare, certificava il destro svogliato e approssimativo di Balotelli che (13) spediva il pallone in direzione del secondo anello; già la Roma, che pareva volersi limitare allordinario, quasi fosse più importante scongiurare indesiderati infortuni nellottica della finale di Coppa Italia, era stata quasi «costretta» a sfiorare il gol con Marquinho e Totti. Ecco, a completare uno scenario così malinconico, senza un minimo appiglio spettacolare, mancava soltanto il colpo di genio di Muntari che, non si sa a quale titolo, verso la fine del primo tempo, decideva di contestare in maniera maniera fastidiosa e violenta larbitro Rocchi, colpevole (a suo giudizio) di avere ingiustamente ammonito Balotelli per unentrata su Marquinho. Detto che nella circostanza Supermario ha di fatto abbozzato, incassando il giallo senza particolari contestazioni, a dare in escandescenze è invece stato il ghanese che, non contento dellammonizione subito rifilata pure a lui, ha insistito nel suo scomposto show, afferrando il direttore di gara per un braccio e strattonandolo fino a quando Rocchi non si è potuto esimere dal piazzargli sotto il naso un (sacrosanto) rosso. In tutta sincerità non vorremmo essere nei panni di Muntari quanto gli toccherà incrociare Adriano Galliani con la bava alla bocca.