CORSERA (L. VALDISERRI) - Le opinioni sono tutte lecite, anche e soprattutto quando si parla di Roma: cè ad esempio chi rimpiange terribilmente Zeman, chi la vecchia dirigenza e chi pensa invece che i problemi attuali nascano proprio dal passato recentissimo o recente. Poi, però, ci sono i fatti e non è in alcun modo
I giallorossi hanno persino sfiorato il doppio miracolo al contrario quando Federico Di Francesco, classe 1994, figlio di Eusebio allenatore del Sassuolo e campione dItalia romanista nel 2001, si è presentato solo davanti a Stekelenburg al 41 della ripresa: ha cercato un pallonetto che il portiere olandese ha salvato grazie ai suoi 194 centimetri di altezza. Poteva essere il 2-1, che avrebbe impedito anche lunica, minima, consolazione della giornata per i romanisti: il sorpasso in classifica sulla Lazio che mancava dal 23 gennaio 2011. Ma chi non si accontenta con poco (o pochissimo) fa notare che i giallorossi sono di nuovo dietro allInter più scassata della storia recente, quella eliminata in semifinale di Coppa Italia mercoledì scorso. Il direttore sportivo Walter Sabatini ha sintetizzato: «È una squadra con una malattia endemica ».
È anche vero che aver cambiato tre allenatori in due stagioni e cercarne un quarto per la prossima assomiglia di più a un esorcismo che a una cura. Aurelio Andreazzoli, che alla vigilia aveva cercato in tutti i modi di non parlare della finale di Coppa Italia, a fine gara era il ritratto della delusione: «Sono amareggiato. Mai avrei pensato di trovarmi a commentare questo risultato. Ho provato in tutti i modi, nei giorni scorsi, di tenere alta la tensione della squadra ». Non ci è riuscito nemmeno con cinque attaccanti nella ripresa.
La mancata concessione di due possibili rigori (Zanon su Destro e Cosic su Osvaldo) può fare rabbia ma non spiega come mai non siano bastati 30 punti di distacco in classifica per arrivare alla vittoria. Osvaldo si è confermato corpo estraneo, Lamela è incappato in una giornata nera, Pjanic è sembrato fisicamente impresentabile. Non è bastato Destro che, entrato nella ripresa, ha segnato un altro gol dopo la doppietta contro lInter. Il gol divorato da Sforzini dopo un minuto e il corner battuto da Piris mandando la palla direttamente fuori sono stati i simboli della gara: la Roma non aveva né la testa né i piedi giusti per battere lultima squadra in classifica.