IL TEMPO (A. AUSTINI) - Da potenziale fenomeno a soggetto da «Chi lha visto». Dodò, primo acquisto dellestate giallorossa, è il simbolo di una Roma che promette grandi cose e, finora, non mantiene. Sabatini resta convinto di aver preso un «crack» del futuro, il ragazzo da lunedì sera può almeno sperare di
Sabatini resta convinto di aver preso un «crack» del futuro, il ragazzo da lunedì sera può almeno sperare di dargli finalmente ragione. Andreazzoli, a sorpresa, lo ha buttato dentro nel derby per lassalto (vano) finale. Segnale di fiducia o mossa della disperazione che fosse, Dodò è comunque ricomparso dopo oltre due mesi dassenza e ora può diventare protagonista nelle ultime giornate di campionato e in Coppa Italia. Da subito: domenica a Torino si candida per una maglia da titolare e, scontata la squalifica di un turno in coppa, sarà disponibile anche per San Siro. Difficile che le giochi entrambe, possibile addirittura che le inizi entrambe in panchina, ma almeno adesso se la gioca alla pari degli altri. I quali non hanno certo risolto gli eterni problemi della fascia sinistra. Balzaretti ha deluso, mentre ladattato Marquinho sa tanto di pezza per coprire il problema.
Insomma Dodò avrebbe di fronte una strada spalancata per prendersi la Roma del presente e del futuro: se la società dovrà acquistare un altro terzino sinistro sul mercato, dipende soprattutto da quello che farà il 20enne brasiliano da qui a fine stagione. Il passato recente è meglio dimenticarlo: nove presenze e 358 minuti giocati, solo una partita per intero, tra laltro coincisa con la peggiore prestazione stagionale della squadra (il ko interno con il Cagliari) in cui è riuscito a mettere insieme qualche scatto e cross incoraggianti, distrazioni difensive e unespulsione. In mezzo una miriade di problemi, paure e acciacchi vari dovuti agli strascichi delloperazione al ginocchio. Lintervento per la ricostruzione del crociato, seppur eseguito in Brasile con una tecnica diversa dagli attuali standard della medicina italiana, è riuscito. Semmai non ha funzionato tutto quello che è venuto dopo: riabilitazione lenta e sbagliata al Corinthians, che ormai sapeva di perdere il giocatore, poi limpatto terribile e prematuro con gli allenamenti di Zeman, quindi un continuo via vai tra le sedute in gruppo e quelle differenziate con il preparatore Chinnici per colpa di un ginocchio che si è infiammato di continuo. Il vero freno, però, è dentro la testa di Dodò: la paura di rifarsi male e le difficoltà nella gestione dei «dolorini» inevitabili gli ha impedito di ricominciare a fare sul serio il calciatore. Il peggio sembra passato, a Torino si attendono conferme.
Andreazzoli sta pensando a come «dividere» la Roma per i prossimi due impegni, con un occhio di riguardo alla sfida di Coppa Italia. Totti, ad esempio, andrà gestito: il capitano va preservato in vista di San Siro e almeno una parte della gara di domenica sarebbe meglio risparmiargliela. Luomo giusto per il cambio può essere Osvaldo - squalificato per la gara di mercoledì - a patto che il tecnico lo consideri ancora «dentro» la squadra. Con Destro recuperato non mancano comunque le soluzioni davanti.
A centrocampo con i granata non ci sarà linfortunato De Rossi che proverà a tornare in coppa, spazio quindi a Bradley, Florenzi e Pjanic. Possibile il turnover anche in difesa: Burdisso salterà lInter per squalifica e può quindi giocare domenica, Piris è in ballotaggio con Torosidis, mentre dallaltra parte potrebbero spuntare la testa riccioluta di Dodò.