Roma, è sempre allarme difesa. E Stek sbuffa

08/01/2013 alle 08:21.

GASPORT (M. CECCHINI) - Si dice sempre che gli anniversari abbiano spesso l'effetto collaterale della malinconia. Nessuna sorpresa, perciò, se quello che si avvicina a Trigoria non faccia eccezione. Il 22 gennaio, infatti, saranno passati due anni da quando la Roma è uscita dalla zona Champions League senza più rientravi finora neppure per un turno di campionato.

Un vertice per la difesa Per questo ieri Zanzi, Baldini, e hanno fatto il punto della situazione. È parso a tutti come gli alti e bassi non possano più continuare se si vuole entrare in . D'altronde, i 33 gol subiti nell'andata (e non avendo giocato a Cagliari) rappresentano il 3° peggiore dato della storia giallorossa, visto che solo nel 1947-48 e nel 1950-51 (annata della retrocessione) la squadra fece peggio (37). Per chiarirci: la Roma di Capello vinse lo scudetto subendo 33 reti in tutta la stagione. Con questi ritmi, perciò, non può meravigliare che la banda Zeman abbia solo un punto in più del tanto contestato Luis Enrique. Da oggi, comunque, a lavorare nella gestione dei brasiliani, ci sarà un ex difensore come Zago, che la società pensa di integrare nello staff del boemo.

Stek & Coppa: due casi La dirigenza, poi, è alle prese con due casi: lo spostamento dei quarti di Coppa Italia a Firenze e la panchina di Stekelenburg. Sul primo fronte, giovedì si esprimerà la Corte Federale a cui il club ha presentato istanza, pare però che la decisione sarà di incompetenza e questo rispedirà la palla alla Lega, il che significa la conferma della sede . Sul fronte mercato, in entrata potrebbe arrivare da un esterno di difesa, visto il ritardo in cui versa Dodò e i problemi di Taddei. Pronto a salutare invece è Marquinho che, rifiutato il Palermo, vuole il Gremio. Caso Stekelenburg. Oggi Jansen, il suo manager, avrà un contatto con Baldini e perché, come ha detto a una radio olandese, «il non è contento di essere il 12° e quindi valuta una cessione». Il problema è che i dirigenti non hanno piena fiducia in Goicoechea, tanto più che offerte concrete (sopra i 3 milioni) per l'olandese non ce ne sono. Dipenderà se e quanto Stek punterà i piedi per andarsene. Di certo il più dispiaciuto sarà il ministro degli Esteri olandese, Frans Timmermans, che ieri ha detto: «Mi sento un olandese romano, ma soprattutto romanista». Proprio quello che Stek comincia a non sentirsi più.