Per Destro c’è la prova del 9

12/01/2013 alle 10:27.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - La prova del nove. In tutti sensi. Perché anche se sulle spalle Mattia Destro ha la maglia 22 domani pomeriggio a Catania agirà proprio da numero 9, il ruolo che più ama, quello per cui è cresciuto studiando da gente che si chiama Milito e Ibrahimovic. Non solo: domani per Mattia Destro, 22 anni da compiere a marzo e un girone di andata con più ombre che luci, arriva la nona presenza da titolare in campionato, quindic

Al San Paolo, va detto, non ha giocato male. Ha corso, ha lottato, si è «mosso bene» come spesso si dice - ed è così - ma davanti alla porta ha sbagliato tanto, troppo. E in una gara decisa dalla concretezza in zona gol i suoi errori hanno pesato come macigni. Lui lo sa, lo ha capito già in campo ed è il primo che se ne è rammaricato. Tanto che durante il viaggio di ritorno il suo umore non era dei migliori. Anzi. Era piuttosto cupo. Ci hanno pensato i compagni a tirargli su il morale, soprattutto Osvaldo, quello che con i suoi gol è l’attaccante indispensabile per Zeman ma che, col suo carattere sempre allegro, è anche un caro amico di . L’italo-argentino domani al Massimino non ci sarà per via di un ginocchio che gli crea qualche problema. A , con a sinistra e Lamela a destra, il compito di non farlo rimpiangere. Dimenticando, e la speranza della Roma è che sia una dimenticanza definitiva, malumori e voci di mercato.

Che piaccia a mezza Italia non è una novità né una notizia. Piaceva a tanti già in estate, quando la Roma, con un corteggiamento serrato durato mesi, lo ha strappato alla concorrenza di (che, tramite , si era mossa direttamente col padre), Inter e Milan. I rossoneri oggi farebbero carte false per riprenderlo e hanno individuato in lui il sostituto ideale di Pato. Galliani, che anche ieri ha ribadito che per Allegri a gennaio non arriveranno attaccanti, si sta muovendo nell’ombra, ma neanche troppo, per cercare di prendere in estate. La Roma però non ha intenzione di cederlo. Né adesso né in futuro. I dirigenti, in primis, ci parlano continuamente perché sanno che lui si aspettava di giocare di più. E sanno che, quando ha scelto i giallorossi, aveva avuto determinate garanzie in questo senso. Col tempo le cose sono andate diversamente: Osvaldo segna ogni volta che tocca il pallone, è in una forma straordinaria, Lamela ha una continuità mai avuta prima e per Zeman è praticamente impossibile lasciare fuori uno di questi tre. Per ora, almeno, è andata così. A , che giocherà titolare anche in coppa Italia mercoledì prossimo, il compito di conquistarsi sul campo una maglia da titolare. Ha un solo modo per farlo: i gol.