Febbre da Champions

05/01/2013 alle 10:00.

IL TEMPO (A. AUSTINI) - Da un'influenza all'altra, l'idea di giocarsi un pezzettino di Champions a Napoli fa salire la febbre della Roma. «È una partita speciale, da affrontare come una finale» è il messaggio pieno di carica lanciato da Castan.Ma la marcia di avvicinamento, jet-lag a parte, è piena di contrattempi. Mentre Osvaldo si rialza dal letto e dimostra sul campo di essersi pienamente ristabilito, al calduccio ci finisce Totti e Florenzi va in infermeria. Il capitano ha tutti i sintomi dell'influenza, ma non la febbre.

Ma la marcia di avvicinamento, jet-lag a parte, è piena di contrattempi. Mentre Osvaldo si rialza dal letto e dimostra sul campo di essersi pienamente ristabilito, al calduccio ci finisce e va in infermeria. Il capitano ha tutti i sintomi dell'influenza, ma non la febbre. Almeno fino a ieri sera. Per questo si è limitato a un allenamento in palestra e a un pomeriggio di riposo a casa. Non sarebbe un grosso problema in ottica- se non si aggiungesse a quello precedente: la «solita» cicatrice sulla coscia, segno permanente di una vecchia lesione, gli ha fatto saltare un paio di allenamenti a Orlando e lo stancante viaggio di ritorno non ha certo aiutato il recupero. Ma vuole esserci e stamattina proverà a partecipare alla rifinitura: se il responso sarà positivo, Zeman lo manderà in campo dal primo minuto. Perché a non vuole rinunciare mai e per lui la rigidità sugli allenamenti vale fino a un certo punto. Al boemo serve però almeno una carta di riserva, che dovrebbe essere proprio Osvaldo.

Ieri l'argentino si è allenato a buon ritmo e a questo punto può sperare in un posto in panchina. Anche perché sia la società che Zeman non dubitano sulla malattia che gli ha impedito di raggiungere i compagni a Orlando. Quindi titolare con e Lamela, e Osvaldo pronto a dare una mano in corso d'opera. «Sono stato male - assicura il centravanti a Sky - ho avuto l'influenza, ma non è successo niente e ora sono guarito. Ho letto delle voci, ma nemmeno una è vera. Con i dirigenti e l'allenatore non c'era niente da chiarire». Eventuali discorsi «seri» andranno fatti magari a giugno per valutare il futuro, «ma io mi auguro di restare - aggiunge Osvaldo - sto bene qui. Tutti dicono che voglio andar via, io non l'ho mai detto. Forse do fastidio a qualcuno. Secondo Berlusconi ho superato i limiti di età per il Milan? Accidenti sono vecchio! Però contro il Milan stavo bene, ma se l'ha detto Silvio... alzo le mani».

Con 9 gol all'attivo in campionato può puntare ancora al trono dei marcatori. «Sarebbe un sogno, anche se non ne sono ossessionato. Al 2013 chiedo di poter realizzare i miei progetti e sogni». Vincere a sarebbe un buon inizio. Dipenderà dagli attaccanti, certo, ma anche dal contributo di tutti gli altri per contrastare una squadra affamata di rivincita.

A centrocampo le nuove certezze si chiamano e (pronto ad avanzare in attacco se non dovesse farcela), con Bradley pronto a completare il reparto. Rischia di non farcela , alle prese con un affaticamento al flessore : la lesione sembra esclusa, l'ecografia di oggi aiuterà a capire se è il caso di portarlo al San Paolo. Potrebbe tornare comodo persino Marquinho, destinato al Palermo. Ieri a pranzo, tra un punto sulla tournée e uno sul caso-Osvaldo, ne hanno parlato Zeman e avvistati in un ristorante all'Eur: per ora il brasiliano non si muove, probabile che lo farà più in là. Insieme a Stekelenburg. Burdisso, invece, resta ed è pronto a far coppia con vista la di Marquinhos. La prova del nove per capire se la difesa è davvero più solida. «All'inizio ero un po' preoccupato - racconta a Roma Channel - ma adesso ho capito cosa chiede Zeman e tutto il reparto sta crescendo». Meglio tardi che mai.