IL ROMANISTA (S. ROMITA) - Una grande Roma ha imposto gioco, tattica, coraggio e serietà di comportamenti. Sfortunati nelle conclusioni delle mille occasioni create, e giustamente fortunati per la prima volta, i giallorossi sono riusciti a stringere i denti e le misure della porta consentendo a Montella di contare solo i legni. Senza
La Fiorentina è stata fallosa. Come sempre. La partita è diventata cattiva con i minuti. E Rizzoli ha contribuito a trasformarla in una guerriglia. Montella per tutto il primo tempo lha incoraggiata a rompere il gioco romanista e non a costruirne uno suo. Fa male lareoplanino a dire che i giallorossi si sono difesi in nove. Le cose non sono andate così. Certamente dopo aver segnato due gol, di cui uno annullato a De Rossi, mi sarei messo guardingo anche io. Cè semmai da preoccuparsi un po tanto per le stupidaggini che ci sono costate fin qui tanti cartellini gialli e alcuni rossi. La partita era importante certamente e la meta era dobbligo. Ma noi perdiamo la calma anche nelle amichevoli e questo è tutto da correggere. Ma chissenefrega! Stasera non stiamo lì a spaccare il capello in quattro. Osanniamo invece la grande partita di De Rossi che ha tenuto corta e stretta la squadra per tutta la gara. Inchiniamoci ai polmoni di Florenzi, visto che non possiamo ancora farlo ai suoi approssimativi piedi.
Baciamo le mani a Pjanic e Bradley, dato che non ci viene proprio da baciare quelle di Mauro Goigoechea. Le cui uscite, o meglio le cui non uscite, mi fanno poggiare la testa sul tavolo. Abbracciamo Destro che è stato fortissimo. E brindiamo a una serata epica, chiusa senza linfarto dei rigori. Che non avrei comunque potuto reggere senza ingoiare qualche anfetamina. Ora stramaccioniamoci lInter, in campionato e coppa. E poi ne riparliamo.