CORSPORT (P. TORRI) - Tre punti, fondamentali. Due gol, idem. Una traversa ma, nelloccasione, sante traverse. Zero gol al passivo, roba da festeggiare come un neonato. Espugnato lOlimpico dopo sei mesi, ultima vittoria riconosciuta undici aprile scorso, tre a uno allUdinese. La festa dellHall of Fame a regalare
E meno male, dal punto di vista romanista, che i primi venti minuti di gara si sono esauriti senza danni. Tolti spiccioli, una sola squadra in campo, lAtalanta, organizzazione, sfacciataggine, Schelotto, Moralez e Di Luca padroni delle fasce, ripartenze che andavano a nozze contro una Roma irriconoscibile. Anzi, riconoscibile. Perché il primo quarto di gara, per la Roma è stato come la prosecuzione delle quattro pappine incassate dalla Juventus, un deja vu non richiesto. Il piano partita di Colantuono è sembrato chiaro. Piano che deve essere partito da un assunto: visto che mi manca la difesa titolare e non solo (Manfredini, Capelli, Ferreira Pinto, Radovanovic, Carmona, Biondini, Bellini, Stendardo), considerato che quando giochi contro Zeman prima o dopo un gol lo incassi, preso atto della fragilità romanista, allora io parto forte e cerco subito il gol. Perfetto, solo che lAtalanta non è la Juventus. Perché lo strapotere atalantino ha prodotto parecchio, non meno di quattro palle gol, solo che il pallone non è mai stato riportato a centrocampo. In rapida successione: minuto dieci, Schelotto ha trovato limbucata giusta per Denis, largentino solo come un eremita è arrivato in area, Stekelenburg non ha abboccato alla finta, tocco inspiegabile, parata dellorange, Marquinhos a spazzare area e angosce. Per poco. Minuto tredici: capocciata di Peluso, bravo Stekelenburg. Pochi secondi dopo: Denis, in area, ha stoppato, si è girato e ha tirato a botta sicura ma il pallone è finito fuori. Infine, minuto sedici: De Luca ha fatto un numero sulla sinistra, cross, Moralez ha impattato e il suono che ha fatto la traversa deve essere ancora nelle orecchie del pubblico romanista. (...)
Lo devono aver capito anche i giocatori, perché in quel momento è più o meno finita la spinta offensiva bergamasca che da rapida e verticale si è trasformata in sterile possesso. Con tanti ringraziamenti da parte della Roma. I giallorossi hanno rivisto la luce alla mezzora, quando i due migliori in campo, Totti (come ti sbagli) e Lamela, hanno confezionato il vantaggio: delizioso tocco del capitano sulla corsa dellargentino bravo a trasformare in rete. Da quel momento è stata unaltra gara con la Roma che avrebbe potuto raddoppiare già nel primo tempo, negato un rigore su Lamela, traversa, e pure qui che botto, di Destro su assist ancora dellargentino.
Nella ripresa Colantuono ha provato a cambiare con gli inserimenti di Bonaventura, Marilungo e Scozzarella, ma senza più trovare il bandolo della matassa. Inevitabile il secondo gol romanista, arrivato dopo occasioni capitate a Florenzi, Lamela e Totti (bravo Consigli). Ma proprio lestremo difensore atalantino, non trattenendo un tiro di Destro, ha consegnato a Bradley il pallone di gioco, set e incontro. Ci sono state un altro paio di occasioni giallorosse e una seconda topica arbitrale: tiro deviato di Cigarini, Denis lha messa dentro, lassistente Vuoto ha sbandierato il fuorigioco non accorgendosi che Piris teneva in gioco pure gli assenti. Mancavano quindici minuti alla fine, sarebbe stato tutto di nuovo in gioco.(...)