IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Osvaldo e Destro non sono una coppia e in questo Prandelli dà ampia ragione a Zeman: Dani infatti gioca (bene e segna), Destro no. De Rossi pensa alle sue cose, per Zdenek quindi merita la panchina (non in assoluto, ovvio)
Alla fine succede che gli esclusi, cinque giorni dopo diventano eroi. De Rossi va in campo, da intermedio di centrocampo (a tre), proprio dove lo vorrebbe il boemo. E questa con lItalia è una presenza, lottantunesima, che - al di là delle risposte a Zeman - Daniele ricorderà a lungo, visto che gli consente di agganciare tre mostri sacri del passato azzurro, Beppe Bergomi, Franco Baresi e Marco Tardelli. Destinati ad essere anche staccati, pure di parecchio. I castigati da Zeman, ora sono i punti fermi della squadra di Prandelli, questo ormai è chiaro, lo dicono i fatti. Il boemo, piantato davanti alla tv, ha osservato, studiato e avrà tratto le sue conclusioni, che riscontreremo alla ripresa del campionato. Forse avrà pensato che adesso Osvaldo sta meglio di Destro, che De Rossi forse è «buono» anche per la sua Roma, da centrale o da intermedio. Certo, un conto è fare lesterno quando il centrale si chiama Pirlo, campione esperto e affermato, un altro è farlo con Tachtsidis, giovane e alle prime esperienze in A. Guarda caso, in Nazionale, cross di Pirlo e rete di Daniele, di testa, su inserimento perfetto. Proprio lui, urlerebbe qualche modernissimo telecronista. De Rossi lha sognata proprio così: dal silenzio dei giorni scorsi, alle chiacchiere sul campo, con il pallone tra i piedi e con la lingua ingoiata per non fare male a nessuno, Roma compresa. Da esterno dei tre centrocampisti a playmaker, ruolo ricoperto nellultimo per un quarto dora dopo luscita di Pirlo. De Rossi non ha problemi, sa fare tutto. Problemi tattici nella Roma non dovrebbero più esistere. Che De Rossi sia momentaneamente scontento lo hanno capito tutti, anche a Parigi, dove cè Ancelotti che non ha mai nascosto la stima verso il centrocampista giallorosso. Lalta considerazione che il mondo del calcio riserva per De Rossi si evince pure dalle parole di Gigi De Canio, tecnico del Genoa, prossimo avversario dei giallorossi. «Se potesse andare al PSG prima di domenica saremmo contenti. È un grande giocatore ma da avversario sarei contento di vederlo fuori». Chiaro, no?
Laltro eroe, Osvaldo. Da pupillo di Zeman a uomo discusso. Prandelli sceglie litalo argentino, che già lo aveva reso felice contro la Bulgaria con una doppietta e ieri pure. Non sbaglia un colpo. In Armenia Dani combatte, sgomita, si propone, ha una gran voglia di mettersi in mostra e la sua gara finisce con lennesimo timbro dautore, di testa su cross, guarda un po, di De Rossi. Un colpo che chiude la partita. Tre partite con la Roma, tre gol; tre con la nazionale, sempre tre gol. «La normalità è affascinante», ha twittato Dani prima della partita. Detta da un istrione come lui sa quasi di redenzione. Osvaldo nel post gara una rispostina a Zeman la dà, pur senza alimentare polemiche. «Sono contento, è un gol come tutti gli altri, la realtà è che domenica sono andato in panchina come ci vanno tutti gli altri. Mi solo è dispiaciuto quello che ha detto Zeman, le sue parole mi hanno fatto male, perché di me si può dire tutto tranne che non mi impegno. Non è vero, ma con lui non ho nulla da chiarire. Il lavoro alla fine paga sempre e in campo si vede, non mi sento un punto fermo della Nazionale, come non lo sono nella Roma. Più importante per Prandelli o per Zeman? Io mi sento uno come tutti gli altri, a caccia di spazio per giocare. Spero di trovarne di più, qui e a Trigoria. Gol dedicato a Zeman? Dedicato a chi ha fiducia in me...».
E gli altri romanisti azzurri? Balzaretti è stato declassato, al suo posto quel Criscito reietto ed estromesso dallEuropeo per il calcioscommesse. Non è escluso che Zeman faccia la stessa cosa con il rientro di Dodò, però spostandolo sullaltra fascia. Ma non è questo il problema della Roma, ci pare di capire.