CORSPORT (A. GHIACCI)- Lingiusta squalifica rimediata a Milano, in casa dellInter, lo aveva fermato nel momento più bello. Le voci su un suo possibile addio alla maglia giallorossa, circolate a più riprese durante lestate, gli erano scivolate addosso.
Era in forma super, Pablo Daniel Osvaldo: quattro partite e quattro gol tra Roma e Nazionale, niente male per cominciare la stagione ufficiale, la sua seconda a Trigoria. Poi però larbitro Bergonzi - ancora lui, dopo le polemiche dello scorso anno! - gli ha mostrato il secondo giallo e poi il rosso per fallo di mano, peccato che lattaccante si stesse soltanto riparando il viso: niente Bologna. E chissà se con Osvaldo in campo sarebbe potuta finire diversamente per la Roma. Poi però, in vista della trasferta di Cagliari, un tiro in allenamento è costato lo stop forzato: qualche giorno di riposo per un dolore al ginocchio sinistro. Ora però è davvero tutto alle spalle e stasera Osvaldo sarà di nuovo al centro dellattacco della Roma, terminale offensivo, pronto a ripartire da dove aveva lasciato.
GIOCO - Anche Osvaldo, così come lex di turno Vucinic, deve tanto a Zeman. Nel 2006, dopo averlo visto nellAtalanta, il tecnico di Praga chiese al Lecce di acquistare quellitaloargentino. E oggi? Dice Osvaldo: «Le idee del nostro allenatore sono fondamentali, adesso me le godo appieno perché già le conoscevo e non mi sono dovuto adattare più di tanto». E Zeman cosa pensa di Osvaldo? La frase pronunciata un paio di mesi fa rende benissimo lidea: «E una forza della natura...».
Forte davvero, Osvaldo, e così adatto al gioco del boemo che il risultato, in età più matura rispetto ai ventanni con i quali si presentò a Lecce, sono stati i due gol al Catania e allInter: due capolavori veri, una mezza rovesciata volante e un pallonetto tanto morbido quanto perfetto. Prima del via ufficiale della stagione, con larrivo alla Roma di Destro, il ruolo di Osvaldo era stato messo in dubbio: centravanti o esterno dattacco come già fatto con Luis Enrique? Sempre nel caso in cui fosse rimasto, chiaramente, perché il suo nome era stato fatto anche durante la sessione di mercato: era entrato nel mirino di diversi club spagnoli, a partire dal Valencia. Poi però, un po perché lofferta giusta non è mai arrivata e un po perché con il tempo Zeman lo ha riscoperto, Osvaldo non si è mosso.
GOL - E stato un gran vantaggio. Perché oggi Osvaldo sembra lunico attaccante giallorosso con il gol nel sangue, in grado cioè di finalizzare la grande mole di gioco prodotta. Gli ha fatto bene anche la cura di Luis Enrique. Lanno scorso, chiuso con 11 gol in campionato, fu lo stesso Osvaldo a confessare che «grazie al gioco che mi vede partire largo ho conquistato la convocazione di Prandelli». Proprio così, tanto che il ct azzurro, per la sua capacità di saper ripiegare e ripartire in un attimo, lo definì «attaccante moderno...». (...)
RICORDO - Osvaldo, che ha detto di aver compreso ciò che vale per i tifosi della Roma la sfida con la Juve, si ripresenta nello stadio dove lanno scorso rimediò un paio di pesanti lezioni (una in coppa Italia e una in campionato con le pesanti accuse rivolte a Bergonzi). Il precedente però lascia ben sperare la Roma e il suo pubblico. Lo Juventus Stadium è ancora inviolato. Osvaldo nel 2008 firmò limpresa della Fiorentina che tornò a vincere a Torino dopo ventanni. Di gol alla Juve, insomma, se ne intende. E stasera ce la metterà tutta per regalare una soddisfazione del genere al popolo della Roma. La Roma che con lui in campo è tutta unaltra cosa.