GASPORT (A. CATAPANO) - Il poeta Fernando Acitelli comprenderà, ma la solitudine non è più dell'ala destra, bensì di Francesco Totti. L'estate gli ha «portato via» tanti amici: Nesta e Di Vaio sono emigrati in Canada; Gattuso è andato a cercare altra fortuna in Svizzera; Inzaghi ha cambiato lavoro, ora fa l'allenatore; Alessandro Del Piero è disoccupato, e questo deve essere stato davvero un colpo al cuore. Quanti dolorosi addii. Totti no, lui resiste.
Tanto tempo fa... Perciò, se fosse un disco (e un romanzo), si chiamerebbe Sulla strada, il ventesimo di De Gregori, liberamente ispirato a Kerouac, in uscita a novembre. Un altro Francesco, romanista come lui. Due grandi interpreti, ognuno a suo modo. Per entrambi, vale lo stesso quesito: cosa fa di più un grande artista (del pallone)? Il talento, l'intelligenza tattica, il carisma, la longevità? O un po' di tutto? Ecco, a novembre uscirà il ventesimo album di Francesco De Gregori, ma domani scatterà il ventunesimo campionato di Francesco Totti. Il primo, risale a qualche era geologica fa: 1992-93. Milan campione d'Italia, Signori capocannoniere, Di Pietro ancora magistrato. Il paese era in piena Tangentopoli. Il giorno in cui Totti esordì in A 28 marzo 1993 Gava e Pomicino presero un avviso di garanzia per associazione mafiosa. Il giorno prima era toccato a Giulio Andreotti. Capito di che parliamo?
Emicrania D'accordo, certe cose non fanno più notizia, e i record del capitano romanista sono come i titoli sul caldo estivo, hai capito la novità. Come le battute di Zeman sulla Juventus. Però, è pure giusto dargliene atto: 501 presenze in Serie A, tutte con la maglia della Roma, e 215 gol, solo uno in meno di Meazza e Altafini, terzi nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi. Totti potrebbe raggiungerli, o superarli, già domani sera, contro il Catania. Con le coppe, si sale a 641 partite e 270 reti, olè. Numeri da non crederci, come quelli che snocciola il suo sito ufficiale: 53504 minuti in campo, 2422 tiri, 143 assist vincenti, 987 colpi di tacco, 2080 dribbling, 6656 giocate utili. Vi è venuto il mal di testa? Normale, è capitato anche agli avversari di Totti.
Amici e nemici Quando un uomo invecchia, i suoi rivali cominciano a considerarlo meno pericoloso. È pure il caso di Totti? Lo abbiamo buttato via tante volte, e lui puntualmente ci ha smentiti. Se si prendesse in considerazione solo l'ultima stagione, però, si direbbe che la parabola del capitano è nella fase discendente: otto gol in 31 partite ufficiali sono stati un bottino povero, quasi mortificante per uno col suo curriculum. Ma le geometrie esistenziali di Luis Enrique lo avevano arretrato fino a centrocampo, mentre quelle trigonometriche di Zeman dovrebbero riavvicinarlo alla porta, seppure dal lato sinistro. All'alba del 21° campionato, il dubbio che lo accompagna è proprio questo: Totti vivrà una seconda giovinezza con il tecnico che lo lanciò tra i big del calcio o i ritmi e le esigenze del boemo lo sfiancheranno a tal punto da fargli avvertire, per la prima volta nella sua carriera, il peso dell'età? Risponderà il campo, e la nuova collocazione che Zeman, intelligentemente, sembra aver studiato per il suo capitano: a sinistra, ma con licenza di arretrare, creando lo spazio per i movimenti (e le corse) dei compagni. Totti ha vissuto un'estate di tanto lavoro e poche chiacchiere. Quasi come un calciatore qualsiasi. Non è più tempo di stare tutti i giorni sotto la luce dei riflettori né di prendersi sulle spalle la Roma, che oltretutto, ormai, preferisce mandare avanti Daniele De Rossi. Ma come dice il proverbio, a volte è meglio soli che male accompagnati.