CORSPORT (R. BOCCARDELLI / S. DI SEGNI) - Gli interrogativi non sono troppi, il punto è tentare di risolverli il prima possibile. Cosa manca alla Roma? Zeman aiuta a restringere il campo delle incertezze, per quanto due reparti su tre necessitino ancora di rinforzi.
DIFESA Ripassando velocemente la stagione scorsa si può ben dire che a quella Roma in fase difensiva mancasse praticamente tutto: giocatori, alcuni vittime di gravi infortuni e altri rivelatisi non allaltezza, ma anche movimenti coordinati con il resto della squadra. Insomma, mancava lintera fase difensiva davanti a Stekelenburg, coinvolgendo a volte lo stesso portierone olandese in figure non proprio eccellenti.
REBUS CENTRALI- Rispetto allo scorso anno, ad oggi la Roma ha perso Kjaer ed ha acquistato Castan (centrale dal Corinthians) e Dodò (esterno sinistro). Sgombriamo subito il campo: Dodò ha ventanni, è reduce da un brutto infortunio al ginocchio e, dalle poche immagini arrivate fino a noi, più che un terzino sembra unala, comè tipico nei giocatori brsiliani. Questo non vuol dire che Zeman non possa utilizzarlo esterno basso visto come il boemo interpreta il gioco sulle fasce. Burdisso e Juan sono due punti interrogativi, sia per quanto riguarda laspetto fisico (anche loro reduci da gravi infortuni) che per quello tattico (non sembrano rispondere in pieno alla caratteristiche richieste per una difesa zemaniana). E in più sono abbondantemente sopra la trentina. Così come Heinze, incerto sul da farsi. Sulle fasce Rosi e Josè Angel, complice anche Luis Enrique, hanno deluso e sembrano giocatori da ricostruire. E rientrato dal Bari Crescenzi che però non andrà in ritiro perchè finirà nuovamente in comproprietà, forse a Catania.
ALTRI TRE - Stando così le cose, a nostro avviso la Roma ha ancora bisogno di un difensore centrale che dia una certa garanzia. Uno tipo Ogbonna o Astori, o meglio Subotic, tanto per capirci; e uno o due difensori esterni che non siano delle scommesse (Dodò è una di queste e Sabatini spera di vincerla già dalle prossime settimane). Il Van der Wiel visto agli europei non ha entusiasmato e lAjax potrebbe abbassare le sue esose richieste. Lolandese corrisponde allidentikit dellesterno basso destro zemaniano. E a sinistra anche Marquinho potrebbe adattarsi.
OCCHIO AL BABY- Tornando ai centrali, occhio a Alessio Romagnoli, 17 anni, sempre in campo sotto età nelle giovanili giallorosse. Potrebbe essere una bella sorpresa perchè il ragazzo sembra avere le carte giuste per affacciarsi alla grande nel calcio che conta.
CENTROCAMPO Nel 4-3-3 di Zeman i ruoli sono ampiamente e ben definiti. Detto che nello schema si corre molto ovunque, questo concetto vale forse ancora di più per i centrocampisti, in particolare per gli intermedi. Per questo ad esempio la Roma ha riportato subito alla base Florenzi. (...) Il ragazzo ha un motore che non si ferma mai. Per dire che gli intermedi con Zeman impostano, vanno senza palla fino in fondo, fino in zona gol e segnano anche, ma altrettanto devono fare correndo indietro per non creare buchi e tenere la squadra corta. Roba da scaricare ogni volta il contachilometri.
CHI IN MEZZO? - Numericamente la Roma a centrocampo sembra a posto: De Rossi, Pjanic, Marquinho, Florenzi, Perrotta, Simplicio, Greco, Pizarro, Bertolacci, il giovane Verre più Tachtsidis e Bradley che sembrano ormai certi mentre Brighi dovrebbe essere ceduto. Ma la domanda è: De Rossi giocherà centrale o, come ha fatto intendere Zeman da intermedio (cioè come gioca in nazionale)? E lazzurro cosa ne pensa visto che forse preferirebbe giocare centrale?
SCELTE- Se avesse potuto, Zeman si sarebbe portato nella valigia da Pescara Marco Verratti, 19 anni ma tanto futuro davanti. Sarebbe stato lui il centrale, senza se e senza ma, con De Rossi a destra e Pjanic a sinistra. Così invece... Bradley è un centrale con caratteristiche particolari (corre, fa filtro, distribuisce), ma è uno da Roma? E Pizarro? Resta o va via? Se resta sarà lui il centrale oppure alla fine sarà proprio Daniele De Rossi ad occupare il ruolo in regia? Un rompicapo che forse non è tale per Zeman. Già dalle prime partite, pur in assenza di De Rossi, si capirà qualcosa.
Certo, ad occhio alla Roma manca un centrocampista importante, un giocatore di corsa e di peso, ma anche di qualità, una garanzia, non un altro giovane da testare o unaltra delle scommesse affascinanti, ma sempre scommesse firmate Sabatini: un Asamoah (ma è finito alla Juve), un Paulinho, venticinquenne interno del Corinthians che riunisce in sè molte doti che andrebbero a completare il centrocampo giallorosso. Un Sissoko, quello del Tolosa, trattato a più riprese ma alla fine senza arrivare ad una conclusione.
ATTACCO I l quesito potrebbe essere stato già soddisfatto. Forse, allattacco della Roma mancava solamente Zdenek Zeman. Il parco centravanti si presentava assortito sin dalla scorsa stagione, il boemo può contare su due alternative per ruolo nel tridente: Lamela e Borini a destra, Totti e Osvaldo al centro, Bojan e alloccorrenza Marquinho a sinistra. (...)
CON UNO IN PIU- La Roma rincorre Mattia Destro e sembra non volersi precludere la possibilità di arrivare a un nome a effetto, qualora si verificassero le condizioni idonee: un top player, come da qualche tempo va di moda definirlo. Attenzione però a non trasformare loperazione in un tormentone, anche se ci sono ingredienti a sufficienza per sospettare che sarà difficile evitarlo. Lo dice il mercato degli ultimi anni, il discorso non riguarda solo la Roma: la strategia dellultima ora orma è diffusa, solo gli sceicchi possono ignorare alcuni calcoli. I giallorossi dovrebbero avere tutto linteresse a non tirarla per le lunghe e non si tratta solo dellopportunità di mettere il prima possibile nelle mani del tecnico il materiale su cui lavorare: ne va anche degli equilibri dello spogliatoio e dello spirito con cui i giocatori attualmente in rosa si avvicineranno allinizio del campionato. Certi dubbi vanno sciolti prima che si trasformino in boomerang.
FATTORE BOEMO - Dal club continuano a precisare di non aver necessità di vendere, neanche a fronte di un rinforzo là davanti: sostenere il contrario sarebbe imprudente, per non dire sciocco. I punti interrogativi in ogni caso non sono troppi: il boemo vede Osvaldo esterno o prima punta? Se fosse buona la seconda, sorgerebbe la domanda più antipatica: come verrebbe gestito il dualismo con Totti? La piazza, come lambiente interno a Trigoria, nutre la convinzione che Zeman sia in grado di fornire questa e altre risposte. E di riuscire a farle digerire al gruppo. Lattacco, più di ogni altro reparto, può trasformarsi nella rappresentazione dellosmosi tra giovani (da Bojan a Lamela, deve essere anche il loro anno) e senatori (il capitano pare abbia ripreso a fare i conti con i record più inimmaginabili): la vera missione del boemo, per certi versi, è questa. La Roma si è affidata a uno specialista.