GASPORT (A. CATAPANO/F. ODDI) - Così vicini, così diversi. Sono nati a nove giorni e 350 km di distanza. Mattia Destro il 20 marzo 1991 ad Ascoli Piceno, Fabio Borini il 29 a Bentivoglio, provincia di Bologna. L'uno centravanti, l'altro punta esterna. Compagni di Under 21, perfettamente complementari. Due anni fa, all'Europeo Under 19 in cui l'Italia di Piscedda ebbe poca fortuna, erano il numero 9 e il 10. Oggi sono il presente felice di Siena e Roma, e soprattutto la speranza di vita del calcio italiano. Destro ha già segnato 5 gol in campionato e una rete in Coppa Italia che ha regalato al Siena uno storico approdo
Destini incrociati Oggi Mattia Destro veste la maglia del Siena, il suo cartellino appartiene al Genoa, si è fatto le ossa nelle giovanili dell'Inter, vincendo in ogni categoria: scudetto con Giovanissimi e Allievi, torneo di Viareggio e titolo di capocannoniere con la Primavera. Un talento che la Roma si è lasciata sfuggire. La storia è poco nota: nel 2005 papà Flavio, ex difensore con 142 presenze nell'Ascoli, lo portò a Trigoria. Mattia si era fatto notare nei Giovanissimi regionali dell'Ascoli. Provino superato, ma il padre chiedeva un posto da allenatore nelle giovanili giallorosse. La Roma non lo accontentò, così la famiglia Destro emigrò in Lombardia. Papà Flavio sulla panchina della Berretti del Montichiari, Mattia nei Giovanissimi dell'Inter. Dove sarebbe oggi Borini se le cose con Destro fossero andate diversamente? Magari sarebbero compagni di squadra e la Roma non avrebbe avuto bisogno di affidarsi a Bojan.
Duello a distanza Destro segna per il Siena e per il suo avvenire. Sogna una grande squadra, piace alla Juventus, da piccolo tifava per i bianconeri, è stato sedotto e abbandonato dall'Inter. Qualche giorno fa, ha rivelato proprio ad un sito juventino: «Voglio dimostrare a me stesso e a chi non ha creduto in me che posso raggiungere certi livelli». Destro ha imparato il mestiere da Ibrahimovic all'Inter e da Toni al Genoa. Sannino a Siena è stata la svolta della sua carriera. «Mi sta cambiando, con lui sono migliorato soprattutto nella fase difensiva». Borini è già in una grande squadra, «e sogno di restarci». La Roma è una seconda chance dopo la prima fallita al Chelsea. Lui la sta sfruttando facendo il doppio lavoro: ha il senso del gol di Inzaghi e la duttilità di Marco Delvecchio. Il ricordo delle difficoltà londinesi è in quell'esultanza col coltello tra i denti. «Così mi ricordo che devo sempre lottare...». Destro e Borini, stasera così vicini.