Ritardo alla riunione tecnica poi scontro con l'allenatore. E Luis Enrique: «Lo rifarò...»

27/02/2012 alle 08:56.

GASPORT (M. CECCHINI) - «Ci sono più cose in cielo e in terra di quanta ne sogni la tua filosofia», ammoniva William Shakespeare. Chissà se al d.g. Franco Baldini, noto appassionato di teatro, sarà tornato in mente questo verso quando Luis Enrique, a ridosso dell'inizio della partita, gli ha comunicato che Daniele De Rossi sarebbe rimasto fuori per motivi disciplinari. La filosofia, quindi, ha vinto sulla pratica. Che poi si perda la partita diventa un dettaglio, seppur doloroso. Giusto? Di sicuro è un caso che, all'annuncio delle formazioni, a Roma si colorava di tinte fantasiose che spaziavano dalla rissa all'amore. La cosa invece andava interpretata nel modo più semplice per chi conosce l'universo di Luis Enrique: il giocatore ha infranto le regole e va punito. La discussione Se l'allenatore si limita a dire: «Daniele non era pronto», il d.g. Baldini spiega: «Ha avuto un ritardo alla riunione tecnica, è stata una distrazione». Sui dirigenti torneremo dopo, perché il vero protagonista dello psicodramma è l'allenatore.

La discussione Se l'allenatore si limita a dire: «Daniele non era pronto», il d.g. Baldini spiega: «Ha avuto un ritardo alla riunione tecnica, è stata una distrazione». Sui dirigenti torneremo dopo, perché il vero protagonista dello psicodramma è l'allenatore.  Per Luis Enrique arrivare in ritardo a quella riunione è quasi come giungere dopo il fischio d'inizio: un peccato imperdonabile. E quando lo ha detto all'azzurro questi ci è rimasto male, anzi, si è seccato e gli ha risposto ruvidamente. Tutto ciò ha irrigidito le posizioni e a nulla è valso l'intervento di gente esperta come Perrotta e Heinze per far cambiare idea allo spagnolo: in tribuna ma l'a.d. assicura che poi il giocatore ha chiesto scusa, come Kjaer alle prese con misteriosi postumi influenzali.

«Lo rifarei e lo rifarò» Incalzato dalle domande Luis Enrique ringhia: «Io ero pronto alle 7 di mattina: io. Ciò che penso lo dico in faccia ai calciatori. Forse ho sbagliato, forse questo ha innervosito la squadra, ma nella stessa situazione lo rifarei e lo rifarò. Con un altro calciatore non sarebbe andata diversamente. La squadra va sempre avanti a qualsiasi giocatore e occorre disciplina. Devo fare ciò che vogliono gli altri o ciò che voglio io? Se va bene è così, se no può venire un altro». Il tecnico però ha visto lo sfaldamento ottenuto. «E infatti la cosa mi preoccupa. A breve termine può essere uno sbaglio, ma sono convinto che a lungo termine è la decisione giusta. Non sono un allenatore di grande esperienza. ma ho vissuto per 15 anni negli spogliatoi e conosco i giocatori. Se vogliamo essere una squadra nel futuro vanno fatte certe scelte». Al momento comunque la casella di sconfitte stagionali è arrivata a quota 11: decisamente troppe. e soprattutto in vista di un derby in cui mancheranno Gago, Cassetti e Osvaldo squalificati.

Baldini a disagio E la dirigenza? A parole appoggiano l'allenatore, ma la mimica dei volti trasmette disagio. «Peccato sia toccato a un giocatore esemplare — dice Baldini — ma se dalle poche regole che abbiamo si deroga se ne pagano le conseguenze. È pericoloso fare eccezioni. ? Sfido a prenderla bene, non era felice, ma ha accettato la decisione. Luis era scosso, scuro in volto, aveva un tormento interiore. Credo che la squadra abbia risentito della decisione e l'allenatore sapeva che avremmo potuto pagare dazio. Comunque ci saranno conseguenze. Non nascondo che la rigidità potrebbe essere pericolosa, ma non può passare il concetto che un giocatore importante possa essere graziato». Così è se vi pare.