IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Quando nel dicembre 1990 Dino Viola fece gli auguri di Natale ai ragazzi del settore giovanile della Roma fermò - fra le centinaia - soltanto un ragazzino, dandogli la mano, per dirgli: «Ti aspetto allOlimpico».
In campo cera quel ragazzino di 35 anni e in Sud il nome del Presidente senza età. E stato un gol lungo più di ventanni, in pochi secondi, quello più bello perché quello del record più romanista che ci sia: i mille gol (o 210- 211 quelli che sono) tutti con la stessa maglia. Il sogno di ogni bambino quando era bambino. Chiudi gli occhi e timmagini sotto la Sud a fare di tutto (soprattutto quello che finora nessuno ha mai fatto od osato). Il più pulito. Il più fedele. Benvenuti al Nordahl. Una strana zona fra lOlimpo e lOlimpico, versione unica e irripetibile di un Nuovo Cinema Paradiso non prossimamente, ma già su questi schermi: la Roma di Luis Enrique. Sempre più italiano, anzi - pardon - sempre più italianizzato, catenaccario e compromesso con i nostri (?) schemi e le nostre (?) abitudini. Certo ancora qualche magagna la conserva (a un certo punto - che schifo - il possesso palla ha superato l80%). Un gioco dove Totti chiaramente non segna più e non si trova bene, dove vengono sacrificati talenti puri purissimi e pure di più come Erik Lamela, il ragazzino dalla faccia di vampiro, Twilight che passeggia sul pallone come Michael Jackson sulla luna. Dove viene irretito un genio come Pjanic che segna come allenandosi a battimuro - destro-sinistro gol. Paff bum. E poi come fai a non far giocare Borriello per Borini? Borini è la locomotiva di Guccini: un mostro che divora la pianura. Un erbivoro. Un tagliaerbe. Un onnivoro. Tutto è stata la Roma di ieri.
Certo 5-1 è un punteggio che fai con le piccole, tipo quella con la lazio: forse per questo Mutu ieri a fine primo tempo ha chiesto il cambio imitando Nesta quella volta. Daltronde sè ritrovato a difendere su Juan a un certo punto. Un certo punto lungo 90, una partita da sogno, dove tutte le premesse sono sbocciate e dove tutte le promesse sono state mantenute. Anche quella più grande. Quando dopo soltanto trentatré secondi di partita Francesco Totti ha segnato alla Storia cera ancora lo striscione di Dino Viola in Curva Sud. Significa che il presidente ha mantenuto la promessa. Lo ha aspettato allOlimpico.