IL ROMANISTA (M.MACEDONIO) - Leroico Emidio racconta: «Noi a Norimberga facemmo limpresa arrivando rilassati.Non avevamo nulla da perdere,come la Roma a Donetsk.Quel giorno Renato fu campione vero,per lunica volta.E se ci qualifichiamo,sai che spinta per il derby...». «Il segreto? Andare in vantaggio e mettere loro pressione. E poi, giocarsela fino alla fine». Parola di Emidio Oddi, per i tifosi Oddileone, otto stagioni (dall83 all89) in maglia giallorossa.
«Il segreto? Andare in vantaggio e mettere loro pressione. E poi, giocarsela fino alla fine». Parola di Emidio Oddi, per i tifosi Oddileone, otto stagioni (dall83 all89) in maglia giallorossa. Cera anche lui tra i protagonisti di quella rimonta, a Norimberga, in Coppa Uefa, il 12 ottobre del 1988. Si era al primo turno, quello dei trentaduesimi, ma la partenza almeno quellanno non era stata delle migliori. I tedeschi avevano vinto a Roma, 2-1, allo stadio Flaminio. E la gara di ritorno si annunciava quindi particolarmente complicata. «Ricordo bene quella partita dice Emidio. La Roma, anche allora, non era nuova a situazioni del genere. Era già capitato altre volte. Anche se, in genere, accadeva che perdessimo la gara di andata in trasferta, e poi ci trovassimo a dover ribaltare il risultato in casa. Con il Norimberga, invece, fu più o meno come è questa volta con lo Shakhtar. Dopo la sconfitta a Roma, passammo il turno andando a vincere in Germania, 3-1. Meglio, i tempi regolamentari si chiusero con lo stesso risultato dellandata e fu decisivo il gol di Renato, allinizio del primo dei supplementari. Una grande partita, la sua. Credo una delle poche, se non lunica, che gli ho visto giocare da campione vero».
Come affrontaste quella gara? «Entrammo in campo con la giusta aggressività, ma anche lanimo sereno. Sapevamo di non aver nulla da perdere, visto che la qualificazione era già in parte compromessa dallandata. Ma anche che avremmo fatto limpresa, nel caso in cui tutto fosse andato per il meglio. Eravamo quindi in una condizione psicologica ottimale. Perché, persa per persa, tanto valeva giocarcela, al massimo. E le cose andarono proprio come mi augurerei che andassero martedì per la Roma a Donetsk. Segnammo subito, dopo pochi minuti, con Rudi. Loro pareggiarono intorno alla metà del primo tempo, ma, poco dopo la mezzora, con Policano, andammo sul 2-1, che riequilibrava la situazione. Da quel momento, i tedeschi entrarono in agitazione. Serano immaginati di dover solo gestire il vantaggio dellandata. E invece, dovettero scoprirsi, lasciando spazio al contropiede. Renato fece il gol del 3-1, ma fu espulso poco dopo. E ci ritrovammo così in dieci per il resto dei supplementari».
Tu eri uno dei due centrali, insieme a Manfredonia. «Allandata avevano giocato Collovati e Signorini, che non erano però disponibili per quella trasferta. E così, Lionello, che solitamente giocava a centrocampo, fece coppia con me. Da parte mia, ero abituato. Un paio danni prima cera stato anche Boniek, che si era messo in testa di voler giocare centrale di difesa. Diceva di divertirsi. Lo credo bene. Detto tra noi, era perché cero io che correvo dietro a questo e a quello, mentre lui, quando serviva, non cera mai
(ride, ndr)».
Torniamo a quella partita in Germania. «Nel Norimberga giocava un attaccante fortissimo, di colore (il senegalese Sane, autore di una delle due reti allandata ndr), mentre in quella Roma cerano Tancredi, e poi, Tempestilli e Nela terzini, Andrade, Desideri, Giannini e Policano a centrocampo, e Voeller e Renato davanti. E in panchina, Nils Liedholm, che era tornato a Roma dopo la parentesi di Eriksson ».
Guardando alla partita di martedì prossimo, cosa ti aspetti? «Che alla Roma riesca quello che riuscì a noi. Anche se non sarà facile, perché un 2-3 è più faticoso da recuperare. Ma la squadra non deve pensare al risultato dellandata. Deve giocare a testa bassa, credendoci. Come ha fatto a Lecce, dove non si è arresa quando ha subìto il pareggio. E se si passa a Donetsk, vuoi mettere che spinta in più si avrebbe in vista del derby?».