E i tifosi contestano la Roma

17/02/2011 alle 10:16.

CORSPORT (P. TORRI) - Buuuuuu.Alla fine del primo tempo. Il bis non richiesto alla conclu­sione di novanta minuti che bisognerà andare a fare un’impresona nel gelo ucraino per sperare di poter continuare a sentire la musichetta della Champions League. Roma fischiata, insultata, contestata, presa a pernac­chie. Dopo il campionato, quello di stasera sa tanto di un secondo addio. Gli occhi dei giallorossi che sfilano a testa bassa uscen­do dagli spogliatoi del­l’Olimpico, dicono di un ciclo che si sta avviando tristemente al capolinea, si po­teva prevedere, nessuno l’ha previsto. Nessuno ha voglia di parlare, a France­sco Totti qualcuno domanda,è finita ca­pitano? Ha un sussulto d’orgoglio,«no, non è finita »sussurra con un filo di vo­ce.

CONTESTAZIONE -L’immagine che rimane di questa nottata amarissima, di questa Roma che non c’è più (anche se a noi, per esempio, è sembrata meno peggio di quella incolore vista contro il ) è quella dell’immediato dopo- fi­schio finale del portoghe­se Benquerenca. La Sud che, come sempre era lì, ha cominciato a chiamare i giocatori,« sotto la Cur­va »aggiungendo pure,non vogliamo le maglie.I giallorossi dopo i saluti ad avversari e quaterna arbitrale, si sono guardati ne­gli occhi, si sono scambiati qualche pa­rola, certamente non di festa, poi hanno deciso di rispondere all’invito, si fa per dire. E si sono diretti verso il cuore del­latifoseria, sguardo a terra, consapevo­li benissimo che non sarebbero stati ac­colti con i fiori. Sono andati, comunque, non tutti, ma sono andati. Un ragazzino ha scavalcato, è entrato in campo, si è diretto verso i giocatori, tornando poi in­dietro con una maglia sventolata come un trofeo. Il resto della Curva quella maglia non l’avrebbe mai voluta. Fuo­ri le palle,è stato il grido del popolo romanista men­tre i giocatori superavano questa specie di forche caudine ripristinate, teste basse, fischi, insulti, è vo­lato anche qualche ogget­to. Una via crucis, con tutto il rispetto, per i giocatori che si sono diretti al­l’uscita sotto la Sud, quella che di solito viene utilizzata dopo le feste con i tifo­si. Stavolta tutto è stata meno che una festa.



FINALE -Era sin troppo prevedibile che almeno una parte dei tifosi non si sareb­be accontentata, come è suo diritto, di fischiare una squadra che in due setti­mane ha compromesso la sua stagione. Una parte di tifosi, infatti, circa duecen­to, forse qualcuno in più, dopo il fischio finale e la contestazione all’interno dello stadio, si è data appuntamento al­l’uscita della Monte Mario, nei dintorni dei cancello da dove escono i pullman delle squadre. L’obiettivo era continuare a contesta­re all’uscita di quello dei giallorossi. Le forze del­l’ordine, però, prontamente allertate, si sono schierate riuscendo, dopo aver ascoltato una serie di cori, a convincere i tifosi a defluire lasciando perdere una nuova contestazione. L’impressione, pe­rò, è che non sia finita ieri sera. Anzi.