LA STAMPA (M. NEROZZI - S. DI SEGNI) - Da affezionati duellanti, Alessandro Del Piero e Francesco Totti sincroceranno stasera, come fanno dallalba degli anni 90: anche se il capitano bianconero dovrebbe partire dalla panchina. Si sfideranno comunque, perché se Iaquinta-Quagliarella sarà laccoppiata juventina, Alex entrerà comunque, a battaglia avviata: difficile rinunciare a uno che nel cortile di casa da tre anni filati fora la Roma. Nellattesa, come lanno scorso, il dieci bianconero ha mandato una cartolina telematica allamico: «Non si può essere grandi campioni senza grandi avversari. Ci vediamo allo stadio, Francesco...»
Icone in ogni caso, Del Piero e Totti, qualsiasi cosa combinino. Figurine rimaste appiccicate al primo album, poi fuori commercio. Va da sé, indiscutibili per le tribù. Non per gli allenatori, specie ora che la coppia sincammina sul Sunset boulevard, per quanto lungo possa essere. Gigi Del Neri e Claudio Ranieri sono due che li hanno maneggiati entrambi, pure con il rigore che esige il mestiere di tecnico, e bene possono raccontarli. «Che differenze ci sono tra uno e laltro? - ragionava ieri lallenatore bianconero - Per me sei anni di meno. Nel senso che ho allenato Totti sei anni fa e Del Piero ora. Sono giocatori importantissimi, hanno qualità straordinarie, hanno nel loro dna lappartenenza a dove lavorano, sono lanima del club. Sono due calciatori che hanno qualità abbastanza uguali allinterno del gruppo. E strutturalmente, possono anche giocare insieme». Onora le bandiere pure Ranieri, anche davanti al gioco della torre, dove uno dei due dovresti buttarlo giù: «Beh, sono lallenatore di Totti... - sorride il tecnico romanista allinizio - ma sono due grandi campioni. E allora li terrei tutti e due». Nella sua squadra di certo, non sempre sul prato, se Claudio ha saputo lasciare fuori entrambi. Dai recenti cambi di Totti, alle esclusioni di Alex nel suo biennio da tecnico bianconero, dove pure seppe lucidare il capitano alla grande: capocannoniere della A nel 2008 e fantastico nellinverno seguente, con la doppietta a Madrid e tutto il Bernabeu in piedi. «Sono due grandi campioni - continua Ranieri - e possiedono quel dono che pochi hanno, quello di rendere le cose difficili di una facilità estrema. Fanno innamorare i loro tifosi e quelli delle altre squadre. E questo dono ce lhanno pochi campioni. Il mio rapporto è stato sereno e tranquillo anche con Del Piero. Io sono molto chiaro fin dallinizio». Come con Totti, sintende.
Juve-Roma mica è solo duello da star, ma pure bivio di campionato, tra squadre che mirano in alto: «E noi dovremo avere carattere, velocità, attenzione e un po di fortuna - ricorda Del Neri - e giocare 95 con la voglia di vincere». Stasera si rivede anche gente che sè lasciata, bene e meno bene, da Aquilani al Gigi ora bianconero e sei anni fa giallorosso: «Spero che Aquilani faccia una grande partita - dice lallenatore - e dimostri che la Roma non sera sbagliata a giudicarlo un grande, quando lo prese. Lui è tranquillo, anche se avrà affetto per quei colori». Decisamente meno è rimasto nella valigia di Del Neri, solo un lembo di quellavventura: «Niente». Pausa: «Anzi, laffetto dei giocatori». Lo stesso che si sta cementando dentro la Juve: «Perché se vuoi vincere qualcosa, il gruppo è fondamentale». Anche se poi, capita che la partita te la vinca Totti. O Del Piero.