Totem (anche in panchina)

13/11/2010 alle 11:46.

LA STAMPA (M. NEROZZI - S. DI SEGNI) - Da affezionati duellanti, Alessandro Del Piero e Francesco Totti s’incroceranno stasera, come fanno dall’alba degli anni ‘90: anche se il capitano bianconero dovrebbe partire dalla panchina. Si sfideranno comunque, perché se Iaquinta-Quagliarella sarà l’accoppiata juventina, Alex entrerà comunque, a battaglia avviata: difficile rinunciare a uno che nel cortile di casa da tre anni filati fora la Roma. Nell’attesa, come l’anno scorso, il dieci bianconero ha mandato una cartolina telematica all’amico: «Non si può essere grandi campioni senza grandi avversari. Ci vediamo allo stadio, Francesco...»

Icone in ogni caso, Del Piero e , qualsiasi cosa combinino. Figurine rimaste appiccicate al primo album, poi fuori commercio. Va da sé, indiscutibili per le tribù. Non per gli allenatori, specie ora che la coppia s’incammina sul Sunset boulevard, per quanto lungo possa essere. Gigi Del Neri e Claudio Ranieri sono due che li hanno maneggiati entrambi, pure con il rigore che esige il mestiere di tecnico, e bene possono raccontarli. «Che differenze ci sono tra uno e l’altro? - ragionava ieri l’allenatore bianconero - Per me sei anni di meno. Nel senso che ho allenato sei anni fa e Del Piero ora. Sono giocatori importantissimi, hanno qualità straordinarie, hanno nel loro dna l’appartenenza a dove lavorano, sono l’anima del club. Sono due calciatori che hanno qualità abbastanza uguali all’interno del gruppo. E strutturalmente, possono anche giocare insieme». Onora le bandiere pure Ranieri, anche davanti al gioco della torre, dove uno dei due dovresti buttarlo giù: «Beh, sono l’allenatore di ... - sorride il tecnico romanista all’inizio - ma sono due grandi campioni. E allora li terrei tutti e due». Nella sua squadra di certo, non sempre sul prato, se Claudio ha saputo lasciare fuori entrambi. Dai recenti cambi di , alle esclusioni di Alex nel suo biennio da tecnico bianconero, dove pure seppe lucidare il capitano alla grande: capocannoniere della A nel 2008 e fantastico nell’inverno seguente, con la doppietta a Madrid e tutto il Bernabeu in piedi. «Sono due grandi campioni - continua Ranieri - e possiedono quel dono che pochi hanno, quello di rendere le cose difficili di una facilità estrema. Fanno innamorare i loro tifosi e quelli delle altre squadre. E questo dono ce l’hanno pochi campioni. Il mio rapporto è stato sereno e tranquillo anche con Del Piero. Io sono molto chiaro fin dall’inizio». Come con , s’intende.

-Roma mica è solo duello da star, ma pure bivio di campionato, tra squadre che mirano in alto: «E noi dovremo avere carattere, velocità, attenzione e un po’ di fortuna - ricorda Del Neri - e giocare 95’ con la voglia di vincere». Stasera si rivede anche gente che s’è lasciata, bene e meno bene, da Aquilani al Gigi ora bianconero e sei anni fa giallorosso: «Spero che Aquilani faccia una grande partita - dice l’allenatore - e dimostri che la Roma non s’era sbagliata a giudicarlo un grande, quando lo prese. Lui è tranquillo, anche se avrà affetto per quei colori». Decisamente meno è rimasto nella valigia di Del Neri, solo un lembo di quell’avventura: «Niente». Pausa: «Anzi, l’affetto dei giocatori». Lo stesso che si sta cementando dentro la : «Perché se vuoi vincere qualcosa, il gruppo è fondamentale». Anche se poi, capita che la partita te la vinca . O Del Piero.