IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Quella che romanticamente si racconta come vita da mediano, da un bel pezzo non appartiene più a Simone Perrotta, calabrese della provincia di Cosenza che, nato in Inghilterra a Ashton under Lyne, a cinque anni, tornando a casa a Cerisano, inizia a inseguire gli avversari sul campo . E quello, ancora oggi a 33 anni, il suo segreto: nessun allenatore può rinunciare a questo centrocampista che non dice mai di no.
La Roma che vede, uno dopo laltro, dimettersi tre allenatori, e manda in tilt Perrotta. Contestato e insultato mentre è al supermercato con il piccolo Francesco, perde momentaneamente lazzurro e comincia a pensare di aver scelto male. Spalletti e Lippi, però, tra fine 2005 e inizio 2006, lo rilanciano. Da jolly, appunto. Altro che mediano. Lex allenatore giallorosso lo vuole trequartista nel moderno 4-2-3-1 alle spalle di Totti, con lex cittì va a vincere il mondiale da titolare come esterno di centrocampo (a sinistra). Paradossale: snobbato da Lippi nella Juve, litigò a Bari con Fascetti che lo mise per primo sulla fascia della sua consacrazione. La sua gara chic, in Germania, è la prima, allo stadio Arena di Hannover, il 12 giugno 2006: Italia-Ghana 2 a 0, Simone il più bravo degli azzurri. Quel giorno giocò da intermedio a destra, posizione simile a quella che dovrebbe avere sabato pomeriggio contro il Lecce, possibile esterno destro. Sarebbe il quinto ruolo in 11 partite ufficiali di questa stagione: ha già dato da intermedio destro e sinistro, da trequartista ed esterno sinistro. Ma se serve non dimentica la sua favola da mediano: è già successo in corsa. E sempre di corsa.