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IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - «Sono felicissimo per te. E un premio strameritato che vinci con qualche anno di ritardo. Penso che sia come persona che come calciatori lo meritassi molto prima. Grande Checco. Gigi». Lultima volta era l8 maggio: 3 giorni prima cera stata lespulsione in finale di Coppa Italia e il mondo intero (dal fornaio al Presidente della Repubblica, praticamente mancavano soltanto Obama e il Papa) stava buttango fango su Francesco Totti. Gigi Buffon allora prese carta e penna (e pure se è il computer fa lo stesso) e ha scritto al Romanista.
del mondo voleva venire alla corte di Spalletti. E poteva. Come poi confermò lui stesso in una trasmissione di La 7 dove era presente anche lo stesso tecnico romanista. Ad impedire il concretizzarsi della trattativa fu il suo ingaggio. Anche 5 anni prima, nel 2001, laffare sfumò (per lofferta super ella Juventus) e in entrambi i casi fu proprio Totti il regista segreto (ma neanche tanto) delloperazione.
Francesco, proprio durante i festeggiamenti al Circo Massimo, aveva parlato allamico che già era rimasto colpito dal calore del pubblico romanista il giorno dello scudetto. In quel 17 giugno di 10 anni fa cera lui in porta col Parma e il fatto che Totti abbia segnato il gol più importante proprio a uno dei suoi più cari amici un significato dovrà pur averlo. In questi giorni, in cui il Capitano si è sentito attaccato soprattutto come uomo piuttosto che come calciatore, sono proprio i rapporti di questo tipo a dargli forza. Buffon è lunico portiere (insieme forse a Peruzzi, che però ha smesso) a cui Francesco non farà mai il cucchiaio su rigore: lo scorso 23 gennaio a Torino lultimo caso, con "Checco" che batte il penalty di potenza e precisione, ma poi fa locchiolino allamico. E al momento della sua espulsione va a dargli una pacca sulle spalle. A dir la verità però un pallonetto Francesco a Gigi lha fatto, nella stagione 97-98, e in tutto lha battuto per 11 volte. Ma Buffon non se lè mai presa, così come fa Totti quando il portierone azzurro fa delle grandi parate contro
di lui. Le prime ci furono in allenamento nelle Nazionali giovanili: il loro rapporto nasce infatti nellUnder 16, era il 1992, quando insieme arrivarono alla finale dellEuropeo, poi perso, a Istanbul. Da lì grandi avventure e grandi scherzi (di cui in questa sede non è dato sapere) e anche grandi complimenti. Pubblici, come quando si parla di un possibile ritorno di Totti in Nazionale («è un campione e uno come lui può far sempre comodo
»), o del Pallone doro a Buffon, che Francesco gli avrebbe assegnato già qualche anno fa. Per non parlare del Golden Foot, a cui entrambi erano candidati. Ma le parole sincere, le più sentite, sono quelle che nessuno saprà mai. Custodite nelle stanze di Coverciano, di Berlino, di quelle mura di Istanbul quasi ventanni fa. Perché è lì che si nascondono i segreti di una grande amicizia. Tra uomini veri.