IL ROMANISTA (S. ROMITA) - «Piano piano». «Con calma». «Ha bisogno di giocare». «Non sempre posso permettermelo». Quando Ranieri parla di Adriano usa tatto, prudenza e guanti. Il perché, per chi comprende il calcio e vuole vedere, lo si è visto martedì sera. Lutilizzo di un grande campione come Adriano è direttamente proporzionale alla sua capacità di comprendere la partita che si sta giocando
Di petto, di interno destro, andando incontro al pallone, districandosi tra tre "cagnacci" messigli alle costole da uno stupefatto Cartu, tecnico del Cluj, lImperatore ha impedito che gli avversari riprendessero il pallone e il comando del gioco. I giallorossi soffrivano e Pizarro e Perrotta si stavano opacizzando per la fatica prodotta. Mexes, Burdisso, Cassetti, e lo stesso De Rossi hanno spesso preferito servire lui, laggiù, sulla fascia. Oltretutto, un paio di grandi numeri ce li ha anche regalati. Una progressione stile bei tempi, prima di essere messo giù, nella prima parte del secondo tempo e una serie di finte convergendo verso il centro da destra, liberandosi del marcatore e del raddoppio. Se manterrà la freddezza di comprendere che il suo inserimento non potrà essere mai a tempo pieno, e che tutti sono titolari in questa Roma che ha fame di scudetto, ne vedremo delle belle. Sbagliano i critici a paragonare tra loro gli "Adriani" che hanno conosciuto. La potenza chiaramente è quasi la stessa e dovrà tornare ad essere quella che tutti sappiamo. E il suo ruolo che è cambiato. E il suo apporto che dovrà essere gestito e compreso. Si deve anche aggiungere che ora come ora Adriano può svolgere indifferentemente il compito di "boa" centrale. Lo ha inserito così a Brescia, mister Ranieri. E il brasiliano ha fatto la sua partita con molta dignità. Chiudendo qualche triangolazione e presentandosi anche in area avversaria. Così ha sforbiciato in area un pallone che non ha centrato lo specchio della porta e ha incornato di testa in area a fil di palo. Fuori da palo purtroppo, per un pareggio mancato a tempo scaduto.