Finale far-west, è sempre Inter

06/05/2010 alle 12:21.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il primo titulo è di Mourinho che, puntando al triplete, vince intanto la Coppa Italia, battendo per la prima volta la Roma in questa stagione e al terzo tentativo. L’Inter conquista per la sesta volta il trofeo, battendo 1 a 0 la Roma, arrivata stanca e nevrotica alla finale. Niente da fare per la Decima, avrebbe fatto cadere dal cielo la stella d’argento sul petto dei giallorossi.



I nerazzurri meritano soprattutto nel primo tempo, dominato e chiuso con la rete decisiva del suo cannoniere principe Milito, 26 reti in questa sua prima annata a Milano. Zanetti alza la coppa all’Olimpico, ritorna sul terreno di gioco solo per ritirare la medaglia e dopo aver avuto una discussione con Materazzi nel tunnel degli spogliatoi. Per il capitano, nessuna rete in questa edizione, la macchia dell’espulsione prima del recupero per un calcio a Balotelli, senza nemmeno preoccuparsi del pallone, fallo che gli può costare una lunga .



Mourinho, dalle scelte di partenza, sembra volere la Coppa Italia più di Ranieri, anche se la differenza di organico agevola ovviamente il portoghese e non bisogna mai dimenticarlo: inizia la partita con Sneijder, recuperato in extremis. Ma l’olandese si fa male subito, contusione alla coscia destra, in un contrasto aereo con Burdisso dopo una ventina di secondi. Prova a restare in campo, ma dal quinto entra Balotelli al suo posto e l’Inter, dal 4-3-1-2 passa al . Dietro tocca Materazzi accanto a Cordoba che uscirà pure lui prima del recupero per un problema muscolare alla coscia destra e lascia all’ex Samuel. Per il resto la squadra nerazzurra, a parte l’infortunato Lucio, si presenta con i migliori. Gioca Materazzi perché nella Roma, dall’inizio, c’è Toni, terminale avanzato del .

E’ la sorpresa di Ranieri per la finale: comincia dalla panchina. Burdisso, come previsto a destra per la di Cassetti, è il primo ammonito di una gara tesa e in alcuni momenti isterica, spesso traformata in rissa, anche per quanto successo qui domenica scorsa: l’argentino è tra i più motivati e concentrati ma ha di fronte Balotelli che fisicamente lo sovrasta per un duello impari. Burdisso, dopo l’intervallo, non torna in campo per colpa di quel giallo che può pesare: spazio a Motta, dopo una vita.



L’Inter fa la partita, i giallorossi si abbassano troppo e in fase di non possesso palla si difendono con due linee: è il 4-4-2, con che si allarga a sinistra per coprire Riise solo contro Eto’o e , due giocatori che sulla corsa puntano tutto, abbinandola alla qualità e alla potenza. Taddei, ovviamente, aiuta a destra. Pizarro non sta bene e si vede subito: non entra mai in partita.
Dovrà arrendersi dopo un tempo: Ranieri ricorre a . L’iniziativa è constantemente dei nerazzurri, la Roma non riuscirà mai a concludere nello specchio della porta nei primi cinquanta minuti, compresi i cinque di recupero. Taddei, attaccando Chivu e insistendo a destra, crea qualche disturbo. Scarso, però, il prodotto giallorosso: un’uscita di Julio Cesar sul cross basso per anticipare Toni; Perrotta di testa a lato sempre su pennellata dalla fascia del brasiliano che impegnerà il nerazzurro ma solo a gioco fermo. In più, a fine recupero, doppio placcaggio in area di Materazzi su Toni, ignorato da Rizzoli.



L’Inter, invece, è più spigliata, in particolare  a destra e costruisce tanto: ci prova di , Julio Sergio devia in angolo; Eto’o in verticale per Milito che segna in fuorigioco e l’assistente Di Liberatore annulla; ancora il camerunense, stavolta cambiando lato per Balotelli che forza il sinistro ma Burdisso salva in scivolata in angolo; di nuovo Balotelli, da fuori, con Julio Sergio che blocca. A forza di provarci, al quarantesimo i nerazzurri passano. Perrotta sbaglia a centrocampo, Motta intercetta il passaggio e lancia in contropiede Milito che carica il al momento di entrare in area: tiro incrociato e piazzato per l’ 1 a 0, rendendo inutile il recupero di Perrotta e la chiusura lenta di Mexes. Il finale di tempo si accende: Rizzoli caccia Oriali, dirigente nerazzurro che esagera con le proteste.



Con , la Roma inizia un po’ meglio la seconda parte. E ha subito una grande chance per il pari: punizione del capitano, respinta di Julio Cesar con Juan che a porta vuota indirizza alto di testa. Balotelli risponde con un bel : devia Julio Sergio, distendendosi. Passa un’ora e Ranieri fa la terza sostituzione: Menez per Toni e 4-4-2 con il francese a sinistra e Vucinic che si accentra vicino a . Nella ripresa, comunque, le due squadre si allungano, anche se l’Inter, in mezzo con Milito e Motta, fa più pressing degli avversari che faticano nella costruzione del gioco. Ottimo il lavoro in copertura di Eto’o e Balotelli, rispettivamente a destra e sinistra. Julio Cesar devia in angolo un sinistro da fuori di Riise, ma la palla migliore, dopo un discesa di Motta, capita a Vucinic che, in solitudine, calcia strozzando a lato. , già ammonito per un fallo su Milito e nervosissimo probabilmente per l’esclusione iniziale, dà un calcione a Balotelli: rosso diretto un minuto prima del recupero. Lippi, in tribuna, non avrà preso bene quella reazione scomposta.



Dopo il triplice fischio litigano Taddei e Muntari, entrato per Balotelli a pochi secondi dalla fine e Chivu, per tre volte, fa un gestaccio verso la tribuna Tevere. La conclusione è triste. Scene volgari e cattive, anche un invasore e ancora nervosimo. L’Italia ne esce male. E pensare che sono le squadre più rappresentative del nostro calcio che ora si giocheranno lo scudetto nelle ultime due giornate del torneo. L’Inter ha un vantaggio di 2 punti. Poi penserà all’altra finale, quella di contro il Bayern.