GASPORT - Totti ad una certa ora si è messo sul divano con i pupi in braccio e le pantofole ai piedi, e ha sintonizzato sulla partita con lo stesso distacco con cui avrebbe infilato nel lettore dvd un film cecoslovacco. Perrotta è andato direttamente al cinema, come aveva promesso.
Daniele, dopo aver accarezzato lidea di travestirsi e andare in curva Nord (scherzava), ha sofferto davanti al televisore, come parecchi romanisti (anche se per pochi minuti). Solo che lui lo aveva annunciato senza ipocrisie. «Farò il tifo per la Lazio, che male cè? Tanto non succede...». Tutto calcolato E infatti non è successo. Comevolevasi dimostrare. Deve essere per questa convinzione che De Rossi lo ha detto a cuor leggero, senza scomporsi troppo, perché sapeva, come sapevano tutti, che non avrebbe corso rischi, che mai avrebbe dovuto ringraziare la Lazio. Magari si aspettava che lo spettacolo le venisse meglio, almeno per un po. Lotito si era pure sentito offeso dai sospetti. La verità è che il solo Luca Toni ci aveva visto lungo, subito dopo il k.o. con la Sampdoria. «Non ci crede nessuno alla Lazio, perché dovrei crederci io?», aveva detto sulle prime, salvo correggersi nei giorni seguenti con dichiarazioni del tipo: «Sono sicuro che daranno il 100%». Cara vecchia coppa Italia... Proprio così. LInter, invece, se lè cavata con poco. E quindi mercoledì sarà bella fresca e riposata. La Roma ha avuto un giorno in più per preparare la partita, ma ha qualche certezza in meno: il ginocchio di Pizarro è dolorante, i muscoli di Vucinic acciaccati, lassenza di Cassetti sicura per squalifica. Burdisso giocherà terzino destro, e questo fa venire qualche brivido. Largentino, però, se la giocherà come se in palio ci fosse la strada di casa sua. Non potendo fare troppo affidamento sulle possibilità di Chievo e Siena, i romanisti torneranno a considerare un po più di un portaombrelli la cara vecchia coppa Italia. Per suggellare con un trofeo una bellissima stagione. Per vincere la decima e mettersi la stelletta al petto. Per dare unaltra lezione allInter. Di gioco e, dicono, anche di stile. Sperando con tutto il cuore che la lezione, per tutti, in campo e fuori, sia solo calcistica.