«Balotelli ha provocato e insultato»

06/05/2010 alle 12:29.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «L’ho fatto perché Balotelli mi ha provocato. E mi ha insultato due volte. E anche per come si comportò l’anno scorso a Milano». E’ la motivazione di Francesco Totti, lasciando l’Olimpico, per quel raptus che gli è costato una figuraccia memorabile in mondovisione. Per quel colpo proibito all’avversario, quel calcione rifilato all’improvviso. E’ provato, basta guardarlo in faccia. Sa di aver sbagliato, tant’è vero che si è scusato con l’attaccante nerazzurro prima di tornare a casa.

Ma sul suo sito, il capitano giallorosso è severo con Balotelli: «Può capitare di essere nervosi in momenti così importanti di una stagione. Ma va anche detto che sul campo non si riescono sempre a ignorare offese così pesanti, dirette ad infangare una à e un intero popolo. Soprattutto quando questi insulti, continui e costanti, provengono dalla stessa persona che fa della provocazione sistematica il suo biglietto da visita». chiude la gara nel modo peggiore, uscendo dal campo a testa bassa. Ovviamente applaudito dal suo pubblico, anche se stavolta avrebbe fatto volentieri a meno di ricevere l’approvazione dai tifosi giallorossi. Il calcione dato a Balotelli, proprio sotto la Sud, a fine partita, non è un gesto degno di lui. Di un capitano, di un simbolo.

A prescindere dalla che, nella prossima stagione, potrebbe toglierlo alla Roma per (tutta?) la Coppa Italia, (scontata pure la multa da parte della società) quel improvviso sulla gamba dell’attaccante nerazzurro lo fa salire di nuovo sul banco degli imputati. E più che per i suoi sfottò nel derby. Ranieri, definendolo «fallo di frustrazione», dovrebbe anche chiedersi come mai a Francesco siano saltati i nervi: essere escluso dalla formazione di partenza per questa finale e nel suo stadio può sicuramente aver inciso. E anche tanto.Quel calcione, più volte mandato in ondata, danneggia la sua immagine.

Un gesto fatto proprio davanti al presidente federale Giancarlo Abete, uno dei suoi sponsor azzurri, e a Marcello Lippi che anche ieri mattina, sospirando un «vedrete l’undici maggio», gli teneva aperta ancora la porta della Nazionale per il mondiale in Sudafrica che a questo punto rischia seriamente di vedere solo in tv. Nella lista allargata, chiesta dalla Fifa alle federazioni e da presentare il prossimo 11 maggio, Lippi adesso avrà qualche difficoltà in più a inserire il nome di .