GASPORT (A. CATAPANO) - Per i romanisti di non più giovane generazione, la bellezza e lumanità dello scudetto del 1983 non hanno avuto eguali e non sono certo paragonabili con la vittoria del 2001. Quello dicono fu il suggello di una stagione di affermazioni politiche e conquiste sociali, il trionfo di una generazione, appunto. Quella Roma, del resto, toccava nel profondo, perché scrisse Corrado Sannucci giocava «con le scarpe accanto al cuore». E non è un caso che oggi Il Romanista si affidi a Paulo Roberto Falcao, che di quei sogni si fece interprete divino. «Questa Roma mi ricorda quella del 1983», dice il brasiliano al quotidiano giallorosso.
Complimenti Questa è la premessa per spiegare un paragone più suggestivo che tecnico: Nicolas Burdisso con Pietro Vierchowod. È, innanzitutto, un complimento allargentino. Lo zar (figlio di un ufficiale ucraino dellArmata Rossa) è stato uno stopper micidiale: veloce, rude, perfetto negli anticipi, longevo. Ha giocato in A fino a 41 anni. A 24 conquistò il primo trofeo della carriera, lo scudetto con la Roma. Con cui rimase quellunica stagione, in prestito dalla Sampdoria. Gli storici romanisti sono concordi nel ritenere che non fu un caso se la Roma bellissima di Liedholm riuscì a imporsi sulla Juve solo con la praticità e la velocità dello zar.
Volontà e denari Lanello di congiunzione tra Vierchowod e Burdisso sta nel ruolo e nella situazione contrattuale: entrambi in prestito, e pure largentino probabilmente verrà richiamato al termine della sua prima e unica stagione romanista, se non altro perché Moratti ha capito che a essere buoni si passa per fessi. La suggestione sta in un altro possibile elemento comune, il finale: scudetto allora, scudetto oggi? Possibile, anche e soprattutto con il contributo di Burdisso: arrivato in tackle scivolato (a poche ore dalla prima di campionato), in breve ha tolto il posto a Mexes, trovato un feeling straordinario con Juan, acquisiti i gradi del leader (è uno dei titolati a parlare in campo e nello spogliatoio). Sabato ha avuto un turbolento intervallo con uomini dellInter, tale da fargli dire: «A Milano non torno più, voglio restare qui». Moratti e Branca la pensano diversamente, e pure il suo agente, il navigato Fernando Hidalgo, ieri ha precisato: «Nicolas sta bene a Roma, ma le due società devono trovare un accordo. E la Roma a gennaio non ci ha proposto un ottimo contratto». Ribussa a denari.




