IL ROMANISTA (G. RICCI) - Crescere, maturare e fare esperienza in una realtà difficile come la Premier League inglese. Sono queste le priorità di Stefano Okaka, il gigante dorigine nigeriana che la Roma a gennaio ha ceduto in prestito al Fulham. Nei due mesi o poco meno trascorsi a Craven Cottage, alla corte di Roy Hodgson, il ragazzo nato il 9 agosto dell89 a Castiglione del Lago sta vivendo unesperienza calcistica decisamente agli antipodi rispetto a quella cui era abituato. Un contesto meno esasperato, in cui il calciatore Okaka - liberatosi di maglia, pantaloncini e scarpini - può andare liberamente in giro per la City senza essere riconosciuto.
Sin qui il nuovo numero 9 dei Cottagers, che in Inghilterra vive col fratello maggiore Carlo, non ha giocato moltissimo (solo quattro presenze). Hodgson vuole infatti aspettare che il ragazzo si sia abituato completamente alla Premier League prima di lanciarlo a pieno regime.
Come vanno i primi mesi col Fulham?
«Lavventura in Inghilterra va alla grande, sono contento della scelta. Pensa che mi sono già tolto la soddisfazione di fare gol nellF.A. Cup, al Notts County».
Quali sono le principali differenze che hai trovato rispetto allItalia?
«Una realtà completamente opposta a quella che si vive nel nostro Paese. Il calcio qui in Inghilterra è ancora vissuto come un gioco, uno spettacolo per la gente. Non solo un businesscome in Italia. Nella Premier League è diverso anche latteggiamento che hanno i tifosi. Allo stadio sono caldissimi, ti trascinano dallinizio alla fine senza smettere di cantare. Poi però se ti incontrano per strada non ti stanno addosso, non ti opprimono. Sì, può essere che ti salutino o ci scappi una richiesta di autografo ogni tanto. Ma non come in Italia, latmosfera è più rilassata».
Come ti trovi con i nuovi compagni di squadra?
«Ho trovato ragazzi molto in gamba, come del resto anche nella Roma. Si sono fatti tutti in quattro per farmi sentire rapidamente a mio agio. Mi trovo veramente bene qui. Il fratello di Riise? Bjorn, che gioca con me nel Fulham, e John Arne sono due giocatori diversissimi. Il romanista terzino destro, il mio attuale compagno di squadra esterno destro con caratteristiche più offensive. Anche caratterialmente non sono granché simili, giusto qualcosa in comune».
Segui il campionato italiano e le partite della Roma?
«Certamente sì, quando posso mi tengo sempre aggiornato su quello che succede alla squadra di Ranieri e in serie A. Poi mi sento di frequente con i miei ex compagni: loro si informano su come mi trovo io qui, io invece chiedo loro notizie della Roma. Ho visto che hanno pareggiato 0-0 domenica col Milan. Non credo siano due punti persi ma uno guadagnato, dal momento che i rossoneri hanno in squadra tanti campioni. Costringerli al pareggio non è una cosa facile».
Quindi, ormai quello dello scudetto è un discorso chiuso?
«LInter è favorita, ma questo non vuol dire che alla Roma manchino le potenzialità per vincere lo scudetto. Solo che ha perso troppi punti con le squadre di bassa classifica nel girone dandata».
Domenica Vucinic e compagni giocheranno proprio sul campo di una piccola, il Livorno.
«Spero che in Toscana la Roma riesca a riscattare la sconfitta dellandata. Una di quelle che si sarebbero potute evitare».