LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Dallo sport nazionale del tiro libero della critica alla ricerca del capro espiatorio, Bryan Cristante e Lorenzo Pellegrini sono usciti con le ossa rotte dopo Roma-Atalanta. Sono bastati quarantacinque minuti pessimi, per loro come per tutta la squadra a eccezione di De Rossi, per far calare la scure di migliaia di boia pronti a tranciare di netto ogni discussione. Bocciati, senza appello, inadeguati, incapaci, scarsi. C’è gente che piuttosto che rivederli in campo manderebbe allo sbaraglio Coric e Zaniolo. Solita storia. Cristante e Pellegrini, nazionali italiani, giovani centrocampisti stimati da molti. Cristante miglior centrocampista italiano per rendimento della scorsa serie A. Pellegrini talento made in Roma ambito dalla Juventus come da blasonati club inglesi, trattati come fossero due scarpe vecchie da gettare nella spazzatura. Tutto questo per colpa di Nainggolan e Strootman. Questo è il loro problema. Il confronto. Ingeneroso per curriculum, inspiegabile per caratteristiche. Quattro calciatori che in comune hanno soltanto il reparto in cui giocano. Ma agli occhi meno attenti, loro sono i naturali sostituti di due colonne dell’ormai Roma che fu. Oltretutto in campo contemporaneamente mentre l’olandese prendeva confidenza con il Mediterraneo visto da Marsiglia. Apriti cielo.
Aggiungi la serata pessima in cui anche loro sono incappati e la frittata è servita. Niente di più sbagliato. Cristante e Pellegrini sono un patrimonio tecnico per la Roma. Non per questo devono sentirsi nella bambagia, ovvio. Ma proprio per questo non possono essere mandati al rogo con superficialità. Devono crescere, tanto. Soprattutto in un ruolo, quello di mezzala, in cui chiunque si sia misurato negli ultimi quattordici mesi ha sofferto. Pensiamoci. Nainggolan che ha visto andare in scena la stagione meno positiva della sua esperienza romanista. Strootman che non ha mai convinto, persino Gerson, per quel poco che ha giocato. E Pellegrini, che pure con Di Francesco aveva già lavorato con ottimi risultati. Male anche la prima da titolare di Cristante in quel ruolo che nella Roma è più croce che delizia. Malino pure Pastore a Torino, però lui da interno è un adattato. È una casualità? Maledizione da intermedio di seconda linea? Questione di caratteristiche? Richieste difficili da soddisfare per un calciatore votato ad altri compiti? Si capirà col tempo. Non in otto giorni, di sicuro. Men che meno in quarantacinque minuti. Tempo a malapena necessario per far considerare folle una critica feroce a due calciatori che, insieme o alternandosi, saranno sempre in campo. Per questione di assortimento. Non possono essere Cristante e Pellegrini a scontare le dolorose cessioni di Nainggolan e Strootman. Non possono essere loro, già a fine agosto, a finire sul patibolo per la nostra insana voglia di sputare sentenze.
In The Box - @augustociardi