LAROMA24.IT - La Roma è dominatrice assoluta del campionato 2000/2001. Il presidente Franco Sensi allestisce una squadra fortissima. Investe sul mercato più di cento miliardi delle vecchie lire e porta nella capitale giocatori come Samuel, Emerson e Batistuta. Il numero uno gallorosso vuole scucire il tricolore dal petto dei cugini biancocelesti vittoriosi nella stagione precedente. Fabio Capello è il tecnico di questa squadra piena di campioni e capitanata dal suo simbolo Francesco Totti. I giallorossi sono in testa al campionato dalla prima all'ultima giornata. Il 17 giugno si scrive l'ultima pagina di questa stagione.
L'atmosfera è favolosa. Carlo Zampa, lo speaker idolo dei tifosi, presenta gli undici titolari. I brividi percorrono la schiena di chi è lì, di chi è davanti alla tv o con l'orecchio incollato alla radiolina. Il match inizia. I giallorossi si riversano subito in attacco e passano con il loro capitano: Candelà serve al centro un ottimo pallone, Montella fa velo e Totti di esterno destro trafigge Buffon. La corsa sotto la Curva Sud è bellissima. Il capitano si toglie la maglietta e va a festeggiare proprio lì con i suoi tifosi. L'euforia del popolo giallorosso si fa sentire ed i cori sembrano essere così forti da attraversare tutta Italia. Sembrano voler far capire che la Roma è la più forte e che il tricolore è ormai semicucito sulle sue maglie. Non passa molto e la squadra di casa raddoppia. Batistuta parte in contropiede spinto dal tifo, arriva davanti a Buffon che respinge la sua conclusione. Montella è lì e da falco d'area di rigore non fallisce. Anche 'Top-Gun' corre sotto la Sud. Ancora non è finito il primo tempo ma i giocatori e i tifosi iniziano ad acarezzare il sogno-scudetto che pian piano sta diventando realtà. La seconda frazione di gioco ha la stessa trama della prima. La Roma attacca e Batistuta prova a segnare in tutti i modi. Manca solo il suo gol per completare le marcature del 'trio delle meraviglie'. Al 78' Montella retrocede a centrocampo, prende il pallone e lancia proprio Bati-gol. L'argentino punta Cannavaro, rientra sul sinistro e mette a segno il 3-0. Ormai nessuno ha più dubbi: la Roma vincerà lo scudetto.
In pochi si accorgono del goal siglato da Di Vaio poco dopo. A cinque minuti dalla fine un nutrito gruppo di tifosi invade il campo confondendo un fischio per quello di fine gara. La tensione sale. I giocatori vengono spogliati e i magazzinieri corrono nei meandri dello stadio per rimediare altri pantaloncini e magliette. Fabio Capello è tra i più attivi nell'allontanare dal campo tutte quelle persone. I calciatori sono nervosi temendo forse di perdere ciò che stanno conquistando con fatica. L'arbitro Braschi mantiene però la calma e, una volta ripristinate le condizioni necessarie per giocare, fa riprendere la partita. Si giocano gli ultimi quattro minuti , poi il triplice fischio. La Roma vince lo scudetto ed è Campione d'Italia. Ora l'invasione è inevitabile. I tifosi e i giocatori sono euforici. Totti, romano e romanista, corona il sogno che aveva sin da bambino: vincere il campionato con la sua squadra del cuore. La soddisfazione è ancora più grande per aver scucito il tricolore dalle maglie dei cugini della Lazio. E' il giusto epilogo di una stagione straordinaria nella quale chi più chi meno ha dato il suo contributo per raggiungere questo grande obiettivo. Per chi ha la fortuna di aver vissuto quei momenti saranno ricordi incancellabili. Per chi li conosce solo dai racconti saranno impressi nelle foto e registrati nei filmati. Potranno pero' difficilmente capire cosa vuol dire vincere uno scudetto a Roma, cosa vuol dire sentirsi campioni d'Italia.