Dopo le fatiche europee col Feyenoord, all'Olimpico la Roma batte il Torino nella 26esima giornata di campionato: termina 3-2 grazie ad una tripletta di Paulo Dybala. Dopo il successo il tecnico giallorosso Daniele De Rossi ha parlato ai microfoni dei cronisti. Le sue dichiarazioni:
POSTPARTITA
DE ROSSI A DAZN
Si poteva soffrire un po’ di meno nel finale?
“Sì. I 20 minuti di gestione mi sono piaciuti, al gol avevo Kristensen vicino e gli dicevo ‘loro non mollano mai, non è finita’. Abbiamo sofferto fino alla fine, questo mi piace, ma queste partite vanno uccise prima. Potevamo gestirla un po’ meglio”.
È venuto fuori il talento del campione oggi.
“I campioni sono decisivi. C’è stato equilibrio nel primo tempo, il Torino se la gioca sempre alla pari con tutti. I granata sono forti, pressano a tutto campo e sapevamo che sarebbe stata dura oggi. Il gol dell’1-1 avrebbe ammazzato chiunque, invece siamo ripartiti molto bene nel secondo tempo”.
Come si evitano i gol subiti?
“Il primo gol mi è sembrata una grande rete dell’attaccante. Se il centravanti salta a tre metri di altezza e la piazza bisogno solo battere le mani, così come Dybala che sposta la palla e tira a giro da 30 metri. Tutti i gol possono essere evitati, ma sai che noia de tutte le partite finissero 0-0… Questi gol si prenderanno sempre. Il secondo gol? Con un pizzico di attenzione in più avremmo potuto evitarlo, ma ci stiamo lavorando”.
La posizione di Mancini? Oggi ha giocato più alto.
“Costruivo a 4 per portare fuori i loro quinti e mandarli in difficoltà con le scalate lunghe. Avevo chiesto a Mancini, Ndicka e Smalling di alzarsi, il Torino è una squadra che pressa a uomo e i centrocampisti mantengono sempre questa marcatura, mentre gli attaccanti se la dimenticano un po’. Vedendo le loro partite lo abbiamo notato e abbiamo fatto avanzare i nostri difensori per creare superiorità in questo modo”.
I 78 minuti di Smalling? L’ingresso in campo di Lukaku?
“Sono contento di Smalling, lo stavamo aspettando, un infortunio del genere va gestito. Smalling è un grandissimo professionista, è un ragazzo eccezionale. Pensavo durasse di meno e invece… Ma sono contento anche del ritorno in campo di Sanches. Lukaku è entrato alla grande, ma anche Azmoun mi è piaciuto moltissimo. Loro ci lasciavano moltissimo campo, quindi avevo bisogno di Lukaku per farli allungare. È entrato davvero bene”.
Cosa si aspetta e cosa teme del Brighton?
“Il Brighton ha una squadra forte ed equilibrata. Ha giocatori che pensano molto, altro che hanno estro e gambe. De Zerbi è uno degli allenatori più forti d’Europa. Se guardo le rose però la Roma non ha nulla da temere, dobbiamo rispettare il Brighton, ma noi siamo altrettanto forte. Preparare queste partite mi leverà qualche notte di sonno in più, perché saranno partite complicate. Penso che anche De Zerbi non sia felice di incontrarci… Quando abbiamo il pallone tra i piedi sarà difficile anche per loro”.
Questa volta non le passerà però gli appunti.
“No, no. Ci siamo scritti il primo giorno, ma ora non possiamo più farlo. Ormai mi ha passato tutto, cerco di scopiazzare sempre dai più bravi e lui lo è”.
DE ROSSI IN CONFERENZA STAMPA
Alla vigilia lei ha parlato di Juric, ieri è uscita la vicenda della spy-story. Cosa ne pensa?
"Ieri ho usato il termine 'spiare' Juric, ma ovviamente avevo chiesto il permesso: lui sapeva benissimo che andavo lì e mi ha accolto in maniera incredibile. Me lo ricordo, ci sono stati allenatori che mi hanno aperto le porte, tra i quali Ivan Juric, per non parlare di Sinisa Mihajlovic che praticamente mi ha fatto assistere alle riunioni tecniche ecc.. Ho un buon rapporto con Juric per questo, ho un buon rapporto di stima reciproca con il presidente Cairo e per il rispetto che ho per il Torino come squadra preferirei parlare di altro".
L'idea del 3-5-2 le è venuta dopo aver saputo questa informazione. Come è nata?
"No, no (ride, ndr). L'idea è nata prima e se hanno visto lo sapevano, perché l'abbiamo provato in quel giorno. Avevo già avuto l'idea. Quando fai l'allenatore devi fare scelte prima della partita e dopo la partita vedere se sono state positive o meno anche in base all'andamento della partita e non solo per il risultato. Ho fatto varie valutazioni: volevo far giocare a tutti i costi Smalling perché lo vedevo bene in allenamento e mi dava più tranquillità inserirlo in mezzo a due difensori centrali che gli coprivano i lati, essendo il Torino una squadra molto fisica. E poi una scelta più conservativa: immaginavo che sarebbe stata una partita in cui potevamo soffrire, quindi partire in modo più prudente dopo la fatica di coppa poteva essere una soluzione per tenere la partita più viva e magari poterla risolvere nel secondo tempo, dove siamo cresciuti rispetto al primo".
In difesa c’è grande abbondanza di centrali: è ipotizzabile una difesa a 4 con Mancini a destra?
“Tutto è ipotizzabile. Questa squadra è stata costruita per giocare a 3, quindi abbiamo tanti centrali. Averne così tanti è comodo perché ti permette di cambiare in corsa, magari quando stai un po’ soffrendo. Mancini può giocare lì, anche se abbiamo tanti, forse troppi, terzini destri. Tutto può essere, ma questa squadra può girare in mille maniere dal punto di vista difensivo. Mi è piaciuta la partita di Mancini, Ndicka e Smalling soprattutto dal punto di vista della spinta. Abbiamo analizzato il modo di difendere del Torino, che gioca uomo a uomo: i loro attaccanti erano meno attenti dei centrocampisti a seguire inserimenti, quindi ho chiesto ai miei difensori di inserirsi per creare superiorità. Nel primo tempo ci è mancata un po’ di profondità, ma con il Torino è normale soffrire e sarebbe successo anche se avessimo giocato a 4. Il Torino è partito molto forte, poi come successo al Frosinone sono un po’ calati nella ripresa, anche a causa dei due bei gol segnati da Dybala”.
Due curiosità rapide: cosa hai detto all'intervallo e il tuo punto di vista su Renato Sanches.
"Sì, è stata una bella batosta fare gol dopo un primo tempo un po' sofferto, fai gol e poi pareggiano subito. Poteva far vacillare tante squadre ma non questa: secondo me nel secondo tempo siamo rientrati bene. Ho detto due-tre cose ma puoi dire quel che ti pare, ma se non hai giocatori di personalità, con voglia e conoscenza di queste situazioni... Zapata ha fatto un bel gol, secondo me abbiamo difeso bene ed è un gol molto diverso da gli altri gol presi su cross, gli uomini erano sulla marcatura e lui è andato più in alto. A volte gli avversari sono bravi e ci sta. Renato? Non era facile entrare dopo tanto tempo in una partite del genere contro un avversario così forte. Sono contento di lui, come tutti gli altri. Negli ultimi giorni si è allenato molto meglio, con un ritmo più alto rispetto ai primi giorni. Fa parte del gruppo e si trova bene, al quinto rigore contro il Feyenoord è schizzato in campo, quindi vuol dire che con la testa è dentro al gruppo. Sta avendo meno spazio, perché sto prediligendo altri giocatori. Voglio bene a tutti, ma mando in campo chi penso che possa farmi vincere la partita. Oggi è entrato e si è dimostrato all’altezza della situazione”.
Nel primo tempo non è mancata un po' di occupazione di spazi sulla trequarti? Per tanti anni ha giocato con un numero 10 che aveva l'abitudine di risolvere le partite complicate. La qualità del campione conta più dell'organizzazione?
"Sì, mancavano queste giocate sulla trequarti ma secondo me la cosa che è mancata di più è stato l'attacco alla profondità. Lo abbiamo cercato poco. Quando giochi contro una squadra che accetta l'uomo a uomo a tutto campo devi andare alle spalle ogni tanto, perché quando gli vai alle spalle devono essere perfetti altrimenti li metti in difficoltà. Il fatto di avere un uomo in meno sulla trequarti è dovuto al fatto che ho trovato un difensore in più ed è il motivo per cui ho tolto un difensore in più e giocato a 4 da quando sono arrivato. Ma a volte incontri una squadra che ti marca e pressa talmente bene che ci sta soffrire un pochino. Dobbiamo essere anche più puliti dal punto di vista del palleggio, perché abbiamo perso troppe palle e abbiamo dato coraggio al loro pressing. Il talento? La qualità del calciatore è quella che ti fa vincere le partite e quella che ti fa perdere le partite, ti fa vincere i campionati ed è la cosa più importante che esiste. Ma se non fosse importante tutto il resto, non vedremmo mai squadre come il Bologna quarte in classifica ed ha giocatori molto buoni. Se non hai giocatori buoni non arrivi quarto. Non vedremmo mai quello che è successo col Chievo anni fa o squadre molto forti stare in zone basse della classifica. La giocata del campione a volte esce fuori perché la squadra è organizzata, ad esempio Dybala riesce a prendere dieci volte palla e fare quel gol e magari se sei meno organizzato prendi palla due volte. Ma non solo Dybala, mille altri giocatori. O hai giocatori molto forti di testa come Zapata e organizzi la tua squadra per mettere quelle palle più spesso rispetto ad altri modi. Faccio questo lavoro perché credo che l'allenatore sia molto importante e l'ho sempre pensato. È molto importante se poi l'allenatore stesso si rende conto che i calciatori che ha sono più importanti di lui. Quindi l'unico obiettivo è allenarli bene, farli stare in forma, gestire bene il gruppo, farli essere felici di venire al campo e farli giocare nelle posizioni più congeniali con giocate più congeniali e metterli a disposizione l'uno dell'altro. Ovviamente la qualità del giocatore è troppo importante. Dybala ha fatto due giocato da Dybala questa sera".
Ti cominci a fidare molto della tua squadra e del tuo lavoro?
“Mi fido moltissimo della squadra, ma a volte sono più nervoso e a volte più tranquillo. Oggi mi sono messo il cappotto perché dopo la sfida contro l’Inter non me l’ero messo e nei giorni successivi non sono stato bene. Un po’ di sana gioia bisogna sputarla fuori, soprattutto perché era una partita importante. Per me tutto è importante, a cominciare dal fatto che oggi si giocava alle 18:30 e lo Stadio Olimpico era pieno. Abbiamo anche questa responsabilità, siamo seguiti dai tifosi come lo eravamo negli anni in cui eravamo secondi in classifica e ci giocavamo cose veramente importanti. Dobbiamo continuare a sfruttare questo trend, i tifosi hanno un amore grande verso di noi e noi non possiamo essere da meno. Quando hai i giocatori forti sai che al di là della genialità che può fare un singolo, alla fine tutto i giocatori fanno la prestazione, sono bravi ragazzi e si impegnano. Io sono tranquillo, sapendo che ogni partita si può vincere o perdere. Durante la prima partita magari ero un po più teso, perché anche se è casa mia si trattava sempre di un debutto. Mano mano che si va avanti sembra che sia una cosa che faccio da tanto tempo”.
DE ROSSI AI CANALI UFFICIALI DELLA ROMA
"Sono contento, il primo tempo abbiamo sofferto un po' anche se abbiamo avuto un paio di occasioni importanti soprattutto quella con Kristensen che ha preso il palo praticamente a porta vuota. Il secondo tempo dopo la batosta del pareggio ho visto la reazione di una squadra che ha coraggio, ha conoscenza e personalità. Mi è piaciuto rientrare in campo dopo aver subito il pareggio dopo pochi minuti e riprovare a vincere la partita e riuscirci poi attraverso due magie".
La forza delle alternative. Sicuramente un panchina importante può fare la differenza.
"Sappiamo che abbiamo una rosa forte, una rosa fatta di tanti giocatori, sappiamo che possiamo puntare su di loro a occhi chiusi. Qualcuno sta tornando in forma, abbiamo recuperato giocatori che non giocavano da tanti mesi come Smalling, abbiamo recuperato giocatori che erano stati fuori in Coppa d'Africa e Coppa d'Asia e si sono integrati benissimo e stanno trovando il loro spazio. Sono contento della rosa e quindi andiamo avanti così, tutti insieme. L'altra sera ho detto che questa partita si vince in 26-27, sicuramente qualcuno di noi sarebbe stanco e sicuramente avremmo pagato dazio. E' bello saper di poter girarsi verso la panchina e di poter mettere gente che gioca allo stesso livello degli altri".
Quando un campione come Dybala ha come primo pensiero di andare ad abbracciare l'allenatore, che cosa significa?
"Non lo so, bisogna chiederlo a lui. Io ho esultato perché appena ha spostato la palla ho detto 'Questo fa gol'. E' emozionante, ma non perché è Dybala: l'altro anno mi è venuto da abbracciare Esposito della SPAL, venivano i miei giocatori ad abbracciarmi a fine partita e io mi emozionavo come un bambino. Per me la cosa più importante che ho è il rapporto che creo con loro, al di là che si chiamino Dybala o Nicola Rauti. Il rapporto che ho con questi ragazzi è quello che mi tiene vivo e quello che mi fa scegliere questo lavoro ogni giorno, che mi fa avere questa voglia tutte le mattine di alzarmi e di farlo. Questi abbracci sono delle piccole coccole che io e il mio staff ci prendiamo volentieri perché siamo veramente felici, al di là del lavoro, di quello che si è creato in così pochi giorni con la squadra".
Sei l'allenatore che fa finta di non vedere la classifica o non la guardi davvero?
"E' presto, tanto presto e soprattutto le squadre attorno a noi vanno come il vento. Il Bologna le vince tutte, l'Atalanta si è fermata ma anche loro le vincono tutte, sotto ci sono tante squadre che spingono. Dobbiamo mantenere questo ritmo perché siamo indietro da parecchio tempo, siamo quelli che devono rincorrere e se quelli che rincorrono si fermano tutto quello che hai fatto fino adesso diventa inutile. Dobbiamo continuare a correre, la classifica la possiamo guardare l'importante è che poi quando ci allacciamo le scarpe ed entriamo in campo per l'allenamento andiamo forte".
PREPARTITA
DE ROSSI A DAZN
“Oggi sarà complessa non solo per l’avversario che abbiamo di fronte ma anche per il fatto che torna Smalling dopo tanto tempo e che potremmo essere non brillantissimi. Comunque possiamo fare una partita alla grande, anche perché hanno giocato anche loro giovedì, quindi zero alibi. Quelli che giocano mi hanno ribadito che stanno in forma e quindi non abbiamo alibi”.
Lukaku?
"Ha giocato sempre, ci sta che ogni tanto riposi. Ha giocato 120 minuti giovedì, a Frosinone avevo tolto Paulo. Ogni tanto faccio piccoli cambi. C'è Sardar (Azmoun, ndr) e sono tranquillo".
Smalling?
"Fisicamente sta bene. Il dubbio era se farlo entrare a partita in corso o dall'inizio. Se lo mettevo in panchina dopo sarebbe stato un cambio obbligato, abbiamo tagliato la testa al toro, è in campo, sta bene ed è felice, farà una grande partita".