JUAN JESUS: “Dobbiamo lottare contro le discriminazioni perché l’unica ‘razza’ che esiste è quella umana. Ringrazio la Roma per quello che ha fatto”

17/10/2019 alle 21:48.
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SKY SPORT - Parla all’emittente satellitare il difensore della Roma Juan Jesus. Queste le sue parole sul tema razzismo che lo ha visto coinvolto in prima persona con gli insulti subiti via social da un tifoso:

Juan cosa ti rimane di questa storia?
Credo che dobbiamo ancora lottare tanto per cambiare questo mondo, in cui abbiamo figli da crescere e tutti noi vogliamo farlo in un mondo migliore appunto. Bisogna partire da questo, meno persone così in giro e sarà un bene per tutti.

Hai raccontato qualcosa ai tuoi figli riguardo questa storia?
Per fortuna il più piccolo non capisce molto ancora, però mia figlia grande mi ha detto: ‘Papà sono con te, lascia perdere che la gente non capisce quanto sei una persona perfetta per me. Sei il miglior papà del mondo’. Sono state parole bellissime.

Tutti gli insulti sono da condannare, poi c’è quello razzista e quello definiamolo normale. Quale è la differenza tra razzismo e maleducazione?
Credo che l’insulto è sempre una maleducazione. La critica ci può stare, sia in campo sia fuori. Ma giudicare per il colore della pelle, per la religione o simili non va bene. Nel 2019 non possono succedere cose del genere. Dobbiamo fare sempre del nostro meglio per migliorare il mondo, i nostri paesi e la nostra società.

All’infuori del campo hai una vita sociale molto avviata: ti sei sempre trovato bene in Italia?
Sì, sono quasi otto anni ormai che vivo qui, questa è la mia seconda casa. Mio figlio è nato qui a Roma, quindi mi trovo benissimo. Tra due anni inoltre la legge mi permetterà di diventare ufficialmente italiano e quindi mi sento davvero a casa e tranquillo. Ho conosciuto moltissime persone per bene che mi hanno aiutato in questo percorso, però ogni tanto – sia in Italia sia ad esempio in Brasile – episodi come quello che mi è capitato succedono.

A proposito di questo discorso, secondo te è peggio in Italia o all’estero?
In Brasile, a Bahia, c’è un allenatore che si chiama Roger. Ha dato una specie di lezione sul razzismo: ha fatto notare come ci sono solo due tecnici di colore. C’è anche un video molto bello che si può trovare su internet a riguardo. Ha spiegato che nel mondo c’è la tendenza a etichettare come ‘cattive’ le persone di colore. Quindi dobbiamo lottare sempre per cambiare questa visione, perché l’unica razza che esiste è quella umana.

Ti sembra una situazione stabile o vedi segnali di peggioramento?
Io credo che è uguale, certo prima di Lincoln e Mandela o quando c’era Martin Luther King era molto peggio ma ancora oggi succedono episodi come è successo qua, in Inghilterra, in Bulgaria. Io in prima persona voglio lottare per combattere tutto questo

Che tipo di soluzioni possono arrivare dal mondo dello sport e del calcio?
Il calcio è una vetrina, tutto il mondo si ferma per guardare le partite quindi se noi possiamo fare qualcosa di più dobbiamo farlo. Ci sono persone che non possono difendersi e  noi dobbiamo essere la loro voce

Anche gesti forti?
Si, se serve dobbiamo dimostrare con gesti forti perché i cambiamenti nella storia sono avvenuti tutti con gesti forti.

Se ti dovesse accadere qualcosa durante una partita cosa saresti disposto a fare?
Io quando sono sul campo sono sempre concentrato sul campo ma ho visto che la Federazione ha già preso una posizione forte, anche la Roma che ringrazio, il presidente e Manolo che sono stati molto intelligenti a fare il daspo a un ragazzo che ha commesso un errore.

Hai qualcosa da dire a questo ragazzo?
Io sono una persona molto tranquilla, io perdono, peró lui deve capire cosa fa perché non è un bambino è un adulto, tutti noi sbagliamo ma bisogna prendersi le proprie responsabilità. Io ho fatto il mio, la Roma ha fatto il suo e ora dobbiamo solo aspettare la giurisdizione per finire tutto questo